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Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliDal 10 settembre al 6 dicembre, in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington, il British Museum propone la mostra «Disegnare in argento e oro: da Leonardo a Jasper Johns». Il tema è incentrato su una tecnica, quella del disegno con punte metalliche, dall’argento al piombo, usata per secoli in studi preparatori e schizzi di chiarezza e spontaneità cristalline.
Gli oltre 100 pezzi in mostra (ritratti, bozzetti dal vero, studi botanici e topografici) rivelano come questo procedimento sia stato adottato da artisti quali Filippo Lippi, Rogier van der Weyden, Petrus Christus, Leonardo (quattro gli studi provenienti dalle Royal Collections), Raffaello, Dürer, Hans Baldung, Holbein il Vecchio, Luca di Leida, Edward Burne-Jones, William Holman Hunt e Otto Dix, e illustrano affinità e percorsi distinti degli artisti a nord e a sud delle Alpi.
Mentre in Italia a partire dal 1550 la punta metallica sarà eclissata dal carboncino, nel Nord Europa resterà il mezzo più consueto per rappresentare paesaggi, ritratti di amici e familiari, studi botanici e anatomici, come fecero Hendrick Goltzius e Hans Bol nel secondo Cinquecento e Rembrandt nel Seicento: di quest’ultimo sono affiancati in mostra due dei tre soli superstiti disegni eseguiti con questa tecnica, provenienti dal Boijmans Van Beuningen di Rotterdam e dal Kupferstichkabinett degli Staatliche Museen zu Berlin.
Dal Seicento in poi il disegno con stilo metallico conosce un periodo di oblio da cui riemerge nell’Ottocento con la riscoperta dell’arte rinascimentale e vive una seconda giovinezza nel Novecento con Jasper Johns, Bruce Nauman e Susan Schwalb.
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