Libia nel caos, sciacalli scatenati
Gli esperti avvertono che molti reperti scavati illegalmente stanno uscendo dal Paese
Mentre il caos politico travolge la Libia, fuori dal Paese i reperti antichi spuntano come funghi. Una delle aree più colpite è la regione costiera orientale, ricca di tesori archeologici da siti come l’antica città greco-romana di Cirene. Specialisti internazionali e libici sostengono che qui gli scavi illeciti procedono indisturbati.
Durante una visita a Londra lo scorso settembre, l’archeologo libico Ramadan Shebani, ex curatore del Museo Archeologico di Tripoli (il Castello Rosso o Assaraya Alhamra), il museo nazionale libico che copre 5mila anni di storia, ci ha dichiarato che lui e i suoi colleghi sono impotenti di fronte ai saccheggi, nel vuoto politico creato dalla deposizione di Muhammar Gheddafi nel 2011. La loro preoccupazione va principalmente agli scavi illeciti nei dintorni dell’antica città greca e poi romana di Cirene, vicino all’odierna cittadina di Shahat nella Libia orientale,
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