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Sergio Mattarella

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La rielezione di Mattarella rilancia i beni rifugio

Da Edita Broglio ai gormiti, le opportunità non sono mai state così ampie e gli investitori che puntano sull’usato sicuro possono realizzare ottimi acquisti spendendo, spesso, meno di vent’anni fa

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Alberto Fiz

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A un passo dal baratro, la politica italiana ha trovato in Sergio Mattarella la sua ancora di salvezza. È lui la riserva della Repubblica che ha il compito di riportare a galla una barca che stava affondando in mano a leader in buona parte irresponsabili. Sergio II è costretto a stare al Colle sino a ottantasette anni nella sua veste di Capo dello Stato.

Non c’era altra scelta, dunque, se non quella di farlo tornare al suo posto di fronte a una classe politica sconquassata e arrogante dove per molti parlamentari il vero obiettivo era assicurarsi ancora per un anno lo stipendio mensile di 14mila euro. Mattarella, a quanto pare, è lo scudo di protezione per un intero Paese, in grado di assicurare la stabilità anche di fronte alle turbolenze, com’è avvenuto nel recente passato.

Con scarso rispetto verso il Presidente della Repubblica, lo si potrebbe considerare un bene rifugio. Questo termine, apparentemente desueto, sembra destinato a tornare di moda: non solo in politica, ma anche in economia, dove non lo si sentiva pronunciare da almeno vent’anni. Eppure, a rilanciarlo, ci pensano la crescita dell’inflazione e l’aumento dei tassi previsti nel 2022. Dopo la speculazione e i guadagni facili con le criptovalute, ora si spalancano le porte ai cassettisti. Le cicale muoiono d’inverno e le formiche si godono il gruzzolo custodito nei loro segreti nascondigli.

In arte le opportunità non sono mai state così ampie

In arte le opportunità non sono mai state così ampie e gli investitori che puntano sull’usato sicuro possono realizzare ottimi acquisti spendendo, spesso, meno di vent’anni fa. La corsa verso il nuovo potrebbe incepparsi con molta arte spazzatura destinata a perdere terreno (ricordate il boom dei cinesi all’inizio del millennio? Oggi rimangono le macerie) e in compenso potrebbe avere nuova linfa il classico.

Non è un caso che tra le mostre più apprezzata del 2021 ci sia, alla Fondazione Prada di Milano sino al 27 febbraio, quella di Domenico Gnoli, scomparso nel 1970, vissuta come rivelazione anche dai più giovani. E che dire della grande rassegna sul Realismo Magico a Palazzo Reale di Milano sino al 27 febbraio, che ha rimesso in gioco un’esperienza degli anni Venti rimasta per decenni imbrigliata dalle titubanze di un sistema pavido e timoroso?

Se il conturbante e misterioso Cagnaccio di San Pietro, pur rimanendo sottovalutato, sembra aver ripreso quota proprio negli ultimi mesi, la sorprendente Edita Broglio, l’unica donna del gruppo, poco meno di un anno fa è stata liquidata a 6mila euro da Il Ponte di Milano. E il marito Mario, quasi introvabile sul mercato, ha un top price di 5mila euro. Se i ritratti di Antonio Donghi sfiorano i 200mila euro, i suoi paesaggi si possono acquistare al di sotto dei 30mila. Ma tutto il Novecento merita di tornare in passerella con in testa Mario Sironi e Felice Casorati.

Chi va a caccia dei beni rifugio può fare ottimi affari anche setacciando la fotografia (da Finarte due volte all’anno il click parte in asta al di sotto dei mille euro), dove si spazia da Mario Giacomelli a Paolo Gioli, un grande sperimentatore scomparso pochi giorni fa a ottant’anni e che in asta è ancora fermo a 7mila euro ottenuti da una sua Polaroid nel lontano 2002 durante la vendita di Farsetti a Prato. Dal design ai fondi oro, i cassettisti hanno mille anni di storia su cui sbizzarrirsi.

Del resto, il vintage sembra tornato di gran moda con il revival di Orietta Berti e Loredana Berté. E al Festival di Sanremo rispuntano le ugole d’oro Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Iva Zanicchi e Donatella Rettore. Anche Matteo Renzi cavalca l’onda e per bocciare le mosse dei suoi nemici Matteo Salvini e Giuseppe Conte li ha paragonati ai gormiti tirando fuori dal cassetto gli allegri mostriciattoli, versione italiana dei manga, distribuiti da Linea Gig di Firenze nel 2005.

Se le elezioni del Presidente fossero durate ancora un po’, non sarebbe stato difficile prevedere che venissero tirati in ballo anche Calimero, Topo Gigio e soprattutto Caballero, il bizzarro pistolero creato da Armando Testa, lui sì un imperdibile bene rifugio.

Sergio Mattarella

Alberto Fiz, 01 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

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