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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliBari. Fosse una gara, la palma del vincitore andrebbe alla Puglia, una regione dove il tristemente famoso ecomostro di Punta Perotti in anni non troppo lontani simboleggiava l'abusivismo di cui l'Italia è purtroppo ricca. Venerdì 16 a Roma il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e il governatore Nichi Vendola hanno sottoscritto al Collegio Romano il «Piano paesaggistico territoriale regionale» (Pptr; cfr. il Giornale dell'Arte n. 347, novembre '14, p. 10), quel tipo di piano coordinato tra dicastero e amministrazione regionale esplicitamente previsto dal Codice del 2004 ma che, finora, è rimasto una pia intenzione. Franceschini vuole lo stesso pensare «positivo»: «Con tanto ritardo, ma finalmente si firma un Piano paesaggistico sulla base di una norma del Codice. Aiuta a salvaguardare il territorio e aiuterà a rendere più veloci e trasparenti le autorizzazioni e i diversi atti amministrativi. Ci sono Regioni che sono avanti, come la Toscana, insieme a noi, e altre che sono ferme. Prendano esempio dalla Puglia». Speriamo accada.
Intanto la Regione pugliese ora può, e anzi deve, approvare definitivamente il testo entro 30 giorni dal 16 gennaio. Dopo lunghi confronti, battaglie, critiche, chi porta a casa il risultato è innanzi tutto l'assessore al territorio Angela Barbanente mentre il coordinamento tecnico è dell'urbanista Alberto Magnaghi, professore emerito ad Architettura a Firenze. L'assessore rivendica il fatto che questo Pptr tutela anche quanto definisce l'identità pugliese come i muri e le costruzioni con pietre a secco. Ed è sicura sia che potrà avere forti ricadute economiche, sia che contenga cinque capitoli moto innovativi. «Quali sono i cinque progetti?, dice Barbanente. Uno è la rete di corridoi ecologici tra i due parchi nazionali e i quindici regionali affinché le specie vegetali e animali possano riprodursi conservando o aumentando la biodiversità; il secondo è il patto città-campagna per arrestare il consumo di suolo e valorizzare il territorio agricolo; un terzo progetto prevede percorsi ciclabili, pedonali e trasporti marittimi che non abbiamo; prevediamo di riqualificare i paesaggi costieri, meravigliosi ma, spesso, degradati; infine si valorizza il patrimonio culturale tenendo conto di contesti stratificati nel tempo». Rispetto all'impianto iniziale, riconosce qualche compromesso: «Avevamo vietato piscine nei territori con manufatti a secco come i trulli. C'è stata una rivolta e ora il piano le consente purché siano piccole, fatte con i colori della pietra e della terra e secondo indicazioni precise». E riguardo alla costa nessun arretramento? «No, solo qualche correzione. Prima il Pptr non permetteva ristrutturazioni edilizie con demolizione e ricostruzione, ora le consente. Ma che una Regione con una lunga storia di abusivismo come la nostra abbia raggiunto l'obiettivo insieme al Ministero, ecco, questo è fondamentale. È un accordo inedito. Spero ne seguano altri».
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Paesaggio pugliese. Fonte: Piano paesaggistico territoriale regionale
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