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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliFino al 19 febbraio Galleria Continua presenta con il titolo «Di tutti i colori», 12 possibili declinazioni dell’idea di materia cromatica. Il colore, che l’arte prodotta da fine ’800 ha definitivamente liberato in tutte le sue potenzialità, dispiega in questa mostra la sua doppia natura di percezione luministica e di concetto espressivo.
L’installazione di vasi di cristallo dell’egiziano Moataz Nasr (2019) rivela per esempio che è la luce a determinare tutto. Nella costellazione di opere murali di Daniel Buren a farla da padrone è il rigore («A frame in a frame in a frame», del 1988).
Nell’arazzo di Alighiero Boetti del 1989 la regola è invece sottoposta alla vitalità energetica dei contrasti squillanti tra tasselli con lettere. Nella grande goccia in resina di Anish Kapoor del 2007, il rosso sangue si fa veicolo di una meditazione spirituale sul colore.
Le onde giallo-arancio della resina epossidica fatta scorrere su poliuretano da Loris Cecchini nella sua opera murale del 2019 giocano invece con gli inganni della percezione illusivamente mobile. Negli specchi recenti di Michelangelo Pistoletto il colore è portato da chi vi si riflette.
Gli acquerelli fiabeschi del bulgaro Nedko Solakov e gli acrilici gestuali del cubano José Yaque illustrano la vitalità della pittura contemporanea mentre i fotocollage di Marinella Senatore quella di una tecnica nata più di un secolo fa.
Le altre opere in mostra sono di Jannis Kounellis, di Zhanna Kadyrova e Pascal Marthine Tayou (collage di stoffe).
L’installazione di vasi di cristallo dell’egiziano Moataz Nasr («Come to light», 2019)
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