La Cittadella di Bam in Iran

Un osservatore privilegiato scruta il Patrimonio mondiale

Un qanat in Persia
Francesco Bandarin |

La Cittadella di Bam (Arg-e Bam), ubicata in un’area desertica nel sud-est dell’altopiano iraniano, a un’altitudine di circa 1.000 metri, nella provincia di Kerman non lontano dal grande deserto di Lut, è la più grande struttura al mondo costruita interamente in terra cruda. Le origini di questa straordinaria fortificazione risalgono addirittura all’epoca achemenide (dal VI al IV secolo a.C.), epoca in cui venne perfezionata la tecnica di raccolta dell’acqua di falda basata su una serie di canali sotterranei (i qanats), che consentì la creazione dell’oasi e il suo grande sviluppo come luogo di transito delle carovane della Via della Seta.

La città ebbe il suo massimo splendore tra il VII e l’XI secolo, quando vennero realizzate le grandi strutture che sono giunte, nonostante i danni dovuti a distruzioni e terremoti, fino ad oggi. La cittadella è il fulcro di un vasto paesaggio culturale caratterizzato da una serie di forti e cittadelle, oggi non più in uso, di cui Bam è l’esempio più rappresentativo. Arg-e bam è una città medievale fortificata interamente realizzata con tecniche tradizionali, basate sull’uso di strati di argilla (chineh) e mattoni in terra cruda essiccati al sole (khesht), con cui vengono realizzate sia le murature che le volte e le cupole.

Attorno all’area centrale della cittadella ci sono altre strutture storiche che includono Qal’eh Dokhtar (la fortezza della fanciulla, del VII secolo), il mausoleo di Emamzadeh Zeyd (XI-XII secolo) e il mausoleo di Emamzadeh Asiri (XII secolo). Inoltre, sopravvivono molti degli antichi sistemi di qanat e resti di aree coltivate, che risalgono all’epoca ellenistica quando, dopo le conquiste di Alessandro Magno, la regione fu incorporata nell’Impero seleucide (323-64 a.C.).

Le principali componenti del sito archeologico sono: la cinta di mura perimetrali, con pianta rettangolare irregolare e lati di 430x540 metri, che dispone di 38 torri di guardia; il grande Quartiere del governatore su una collina rocciosa di 45 metri di altezza, circondato da una doppia cinta di fortificazioni, al cui interno si trovano la residenza del governatore, il Chahar-fasl, un padiglione dell’epoca safavide (XVII secolo) e le strutture che ospitavano la guarnigione; infine, il grande quartiere residenziale, costruito con uno schema urbanistico a scacchiera, nel quale si trova un vasto bazar, la grande moschea, probabilmente una delle più antiche dell’Iran (VIII-IX secolo, ricostruita nel XVII secolo) e le abitazioni.

All’esterno della zona fortificata si trova una grande ghiacciaia (yakhchal), coperta da una cupola in mattoni di terra cruda, che conservava nella stagione calda il ghiaccio prodotto in inverno in una vicina piscina. Anche se le ricerche archeologiche hanno mostrato che la zona era popolata in epoca achemenide, la fondazione della città è attribuita a Haftvad, personaggio forse leggendario, vissuto all’epoca del fondatore dell’Impero sassanide (224-651 d.C.), Ardashir Babakan, che avrebbe portato a Bam il baco da seta e dato così avvio alla fortuna della città.

Bam viene citata per la prima volta da fonti islamiche nel X secolo, come luogo famoso per la produzione di abiti di seta e cotone. Passata, dopo la caduta dell’Impero sassanide, sotto il dominio del Califfato abbasside (VIII-XIII secolo) e poi dell’Impero dei turchi selgiuchidi (XI-XIII secolo), cadde nel 1213 sotto il dominio di un potentato locale, la Signoria di Zuzan, che fece distruggere le mura difensive, e successivamente di Mubariz al-Din Muhammad, fondatore della Dinastia muzaffaride (1314-1393).

Attorno al 1408-09 venne occupata da un generale timuride che fece ricostruire le mura e ripopolò la città. Il lungo periodo di pace che seguì venne interrotto solo dalle invasioni afgane nella prima metà del XVIII secolo, dopo di che la città tornò sotto il controllo della dinastia regnante in Persia, i Qajars. Nel XIX secolo la città si espanse al di fuori della cittadella, raggiungendo, in epoca contemporanea, i 100mila abitanti. Di fatto la cittadella fu abbandonata e restò sotto il controllo dell’esercito fino agli anni ’30 del XX secolo, quando il sito venne dichiarato di interesse nazionale e vennero iniziate delle opere di consolidamento e restauro.

A partire dagli anni ’70, la cittadella fu oggetto di importanti lavori, con ricostruzioni di parti mancanti e di molti edifici. Il 26 dicembre del 2003 la città di Bam venne colpita da un fortissimo terremoto che distrusse oltre il 75% delle abitazioni facendo oltre 26mila vittime. La cittadella subì danni gravissimi, quasi tutte le strutture restaurate o ricostruite vennero distrutte e la cinta muraria subì ingenti dissesti. La gravità dei danni subiti richiese l’avvio di una campagna di consolidamento, accompagnata da ricerche archeologiche che, potendo avere accesso a strati prima non visibili, condussero a importanti scoperte, tra cui resti di insediamenti databili alla dominazione dei Parti (247 a.C.-224 d.C.) e strutture di epoca ellenistica.

Molti Paesi hanno partecipato all’opera di ricostruzione, in parallelo alla quale è stato anche avviato il restauro della cittadella, oggi giunto a una fase molto avanzata. L’Italia ha offerto contributi finanziari attraverso l’Unesco e ha mobilitato le competenze dell’Istituto Centrale per il Restauro. Il fascino della cittadella di Bam e del suo paesaggio storico ha ispirato nei secoli artisti e letterati. Pier Paolo Pasolini scelse Bam come sfondo di alcune scene del «Fiore delle Mille e una notte» e la cittadella ispirò lo scenario del film «Il Deserto dei Tartari» tratto dal romanzo di Dino Buzzati, con la realizzazione nelle vicinanze di un set, simile all’originale, che ancora si può visitare.

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