James II, signore di Brera

Confermato per altri quattro anni, James Bradburne annuncia continuità, apertura alla città e che «sono finiti gli anni terribili di disaccordo con l’Accademia». Ma resta il nodo Citterio

Il riallestimento delle Sale Napoleoniche a Brera
Ada Masoero |  | Milano

Dopo un’estate burrascosa, durante la quale, all’inizio di agosto, James Bradburne, direttore generale della Pinacoteca e Biblioteca di Brera, aveva annunciato («con profonda tristezza») le sue dimissioni dall’incarico per i dissidi con la Soprintendenza sul recupero di Palazzo Citterio, per gli effetti della riforma Bonisoli, che avrebbe sottratto ai «superdirettori» molta parte dell’autonomia concessa dalla riforma Franceschini e, non ultimo, per la difficoltà di comunicare con l’allora ministro Bonisoli, il successore Dario Franceschini, che lo aveva insediato nel 2015, lo ha riconfermato per altri quattro anni nell’incarico, dandogli così la certezza di poter concludere il suo lavoro sulla Grande Brera (l’atto più recente, non secondario, è l’uscita del «Passaporto», piccola guida alla Grande Brera, che include anche il quartiere circostante e le sue istituzioni come il Museo
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