Il Trecento fashionista

Pezza di velluto con motivo di dischi d’oro Tabriz (Persia) XIV secolo Velluto tagliato lanciato, seta e oro filato Firenze, Museo Nazionale del Bargello
Laura Lombardi |

Firenze. L’attrattiva dei dipinti antichi spesso risiede anche negli abiti indossati dai protagonisti raffigurati. Tutti ricordiamo la raffinatezza delle vesti della Vergine che regge il Bambino, la rudezza o la sontuosità di quelle dei santi, o la leggiadria delle tuniche degli angeli, tanto che spesso, nelle fonti storico artistiche, la maestria pittorica di un artista è esaltata anche attraverso notazioni sulla resa delle stoffe. Inoltre i tessuti ci suggeriscono molto della temperie culturale del momento in cui l’opera è stata concepita, del luogo, del potere del committente e anche di quale ne fosse la destinazione, per la devozione dei fedeli in un importante edificio di culto o per la quiete conventuale. Firenze rappresenta, specie nel Trecento, un’eccellenza nella produzione di lana e poi di seta, nonostante i costi altissimi delle materie prime e dei coloranti. Le ambite stoffe fiorentine
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