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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoli«Un intellettuale prestato al mercato», così il critico e artista Pino Mantovani definisce l’eclettico gallerista (e a sua volta critico d’arte) Giancarlo Salzano (1939-2012), alla cui vicenda la Galleria del Ponte dedica una collettiva fino al 6 maggio. Nato a Brennero (Bolzano), giunse a Torino alla fine degli anni Sessanta dopo varie esperienze in Germania, Svizzera e Olanda. In città strinse da subito rapporti con Aldo Passoni (l’allora direttore della Galleria Civica d’arte moderna) e con Carol Rama, di cui fu tra i primi sostenitori.
Nel decennio successivo iniziò a collaborare con la galleria Il Fauno che dal 1980 diventò la Galleria Giancarlo Salzano, imponendosi sulla scena torinese come punto di riferimento per l’arte figurativa e per l’arte «pensata», definizione scelta per prendere le distanze dalle produzioni concettuali più pure. La mostra comprende dipinti, disegni e sculture di 29 artisti transitati nella sua galleria, tra cui opere ove Carol Rama raffigura corpi di donne e rospi per alludere alla lotta tra virtù e forze occulte.
Un paesaggio con rocce di Albino Galvano (altra poliedrica figura di filosofo, critico e pittore) in cui la raffigurazione del reale cede il passo alla sperimentazione su luce e colore, introduce all’astrattismo geometrico di Piero Rambaudi e alle monocromie di Sandro De Alexandris. La scultura è rappresentata dai «Tanzen» di Giorgio De Silva; accanto ad essi, assemblaggi di elementi piani e curvilinei di Marina Sasso restituiscono una visione geometrica della natura.
Tra i lavori più recenti, una tavola in cui Irina Gabiani analizza il rapporto tra corpo e spazio, mente e gesto artistico. In mostra inoltre opere di Giorgio Griffa, Mario Davico, Gino Gorza, Gigliola Carretti, Francesco Franco, Lea Gyarmati, Horiki Katsutomi, Carlo Viani e molti altri, come i giovani di allora, scoperti e sostenuti da Salzano: tra i molti, Beppe Graneris, Alma Zoppegni, Lucia Nazzaro e Roberto Goffi.
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