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«Mobili nella valle», di Giorgio de Chirico. © Sotheby's

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«Mobili nella valle», di Giorgio de Chirico. © Sotheby's

Il fascino e il gusto delle collezioniste italiane

Lo Schifano di Luisa Spagnoli e il Calder di Irene Brin tra le opere nell'asta online di Sotheby's

Cristina Valota

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In una programmazione delle aste nuovamente sconvolta dalla seconda ondata della pandemia, Sotheby's Milano ha mantenuto l'appuntamento per la sua seconda vendita dell’anno di arte contemporanea confermando la modalità online: Contemporary Art | Milan si svolge dal 20 al 26 novembre (con offerte accettate fino alle ore 16 del 27 novembre, per una interruzione del servizio di Amazon Web Services a livello mondiale). I 56 lotti in catalogo alternano a opere di artisti internazionali quelle di colleghi italiani, mantenendo fede a un approccio messo in atto già da alcune stagioni dalla casa d'aste. «I collezionisti italiani hanno da sempre avuto ampiezza di vedute, intuito e una particolare attenzione verso i rappresentanti delle avanguardie straniere, ribadisce la responsabile dell'asta milanese Marta Giani. Riteniamo importante evidenziare questo aspetto del nostro dna culturale».

Forte del record mondiale registrato lo scorso 20 ottobre a New York con «Il Pomeriggio di Arianna» (1913), battuto a 13,5 milioni di euro, Sotheby's propone, a una stima più «abbordabile» (300-400mila), un altro dipinto di Giorgio de Chirico. L'olio su tela «Mobili nella Valle» (1928) è stato esposto nel 1959 nella storica mostra «Capolavori d’arte moderna in raccolte private», rassegna inaugurale della sede della Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino. Medesima stima per «Interno metafisico con officina» del 1951. In tema di world record price, risale alla vendita online Contemporary Art | Milan del 4-16 giugno quello di Gino De Dominicis (492.500), che è di nuovo protagonista da Sotheby's con «Senza titolo (Il totem)» del 1994 stimato 130-180mila euro, mentre di Mario Schifano sono proposti tre lavori, compreso «Ossigeno, ossigeno» del 1965 (260-350mila), una delle prime opere della serie omonima già nella collezione di Luisa Spagnoli, esposta nella storica mostra della Pilotta a Parma nel 1974.

Fra i classici del ’900 non mancano naturalmente Giorgio Morandi, con una «Natura morta» del 1946 esposta a Stoccolma e Göteborg nel 1948 (600-800mila), e Lucio Fontana, i cui due piatti in maiolica policroma (45-60mila ciascuno) del 1950 precedono come datazione l’olio su tela «Concetto Spaziale» del 1961 valutato 180-250mila euro. Duplice rappresentanza anche per un altro maestro del XX secolo: Fausto Melotti è presente sia con una raccolta privata di 28 ceramiche degli anni ’50 e ’60 stimate tra i 6mila e i 45 mila euro sia con «La Strega», una scultura del 1967 in ottone, alta oltre un metro (80-120mila).

Giocano entrambi sul concetto di rovesciamento i lavori di Michelangelo Pistoletto e Giulio Paolini. Del primo, la serigrafia su acciaio lucidato a specchio «Uomo che si gira» del 1981 è valutata 180-250mila euro, mentre la grande tela rovesciata «Antologia (23/4/1974)» di Paolini ha una stima di 120-180mila. Altro esponente dell'Arte povera incluso in catalogo è Alighiero Boetti, il cui arazzo «Oggi il trentunesimo giorno dodicesimo mese anno millenove100ottantotto» realizzato nel 1988 è stimato 300-400mila.

Il legame dell'arte italiana con le avanguardie straniere è confermato anche dal fatto che la ventina di opere di artisti stranieri proposte in asta (dai pittori surrealisti Victor Brauner e Wifredo Lam agli antitetici americani Kenneth Noland, uno dei capostipiti del movimento astrattista della «Color Field Painting», e Alex Katz, campione della tradizione figurativa) proviene perlopiù da raccolte private italiane. È il caso, ad esempio, del mobile «Untitled» (1956) in ottone, fili e foglie di metallo, firmato e dedicato sulla base: «Irene de Calder». Irene Brin, corrispondente a Roma per la rivista americana «Harper’s Bazaar», scrittrice e fondatrice con il marito Gaspero del Corso della galleria romana L'Obelisco (che per prima dedicò una mostra ad Alexander Calder) scelse l'opera, stimata 150-200mila euro, direttamente dall'artista americano. O, ancora, dell'acquarello «Landschaft B. L.» (1931) di Paul Klee, esposto nel 1933 alla Kunsthalle di Basilea e stimato 70-90mila euro.

«Mobili nella valle», di Giorgio de Chirico. © Sotheby's

Cristina Valota, 18 novembre 2020 | © Riproduzione riservata

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