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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliNel 1931 l’etnologo e scrittore surrealista francese Michel Leiris parte come segretario-archivista e ricercatore per una spedizione che resterà capitale nella storia della museografia europea di matrice coloniale: la Missione Etnografica e Linguistica Dakar-Gibuti. Ne reca fondamentale testimonianza il volume L’Africa fantasma, da poco ripubblicato in Italia grazie a una coedizione Quodlibet/Humboldt, curata da Barbara Fiore, arricchita da 40 immagini originali.
Come dichiarò lo stesso Leiris, «è un diario, non una cronistoria della missione Dakar-Gibuti né ciò che siamo abituati a chiamare “un racconto di viaggio”. Nonostante vi si ritrovino il resoconto degli spostamenti, alcuni echi del lavoro svolto, le più memorabili delle nostre tribolazioni, queste note non costituiscono nient’altro che una cronaca personale, un diario intimo che avrebbe potuto essere benissimo redatto a Parigi, ma è stato tenuto in giro per l’Africa».
Sequestrato durante gli anni della Repubblica di Vichy, il volume ebbe due ulteriori edizioni (nel 1951 e nel 1981) curate dallo stesso Leiris diventando, insieme a Cuore di tenebra (1899) di Joseph Conrad, una delle opere chiave occidentali di tema africano.
Promossa dal Governo francese, diretta dallo specialista del popolo Dogon Michel Griaule e durata due anni, la missione ebbe come scopo il completamento delle collezioni del Museo Etnografico parigino del Trocadéro, da cui nel 1937 (e anche grazie proprio alla missione di Griaule) nacque il Musée de l’Homme.
Della spedizione fecero parte, tra gli altri, André Schaeffner, Deborah Lifchitz, Éric Lutten, Jean Mouchet, Gaston-Louis Roux e Abel Faivre, a comporre una squadra non solo di linguisti ed etnografi, ma anche musicologi, pittori, naturalisti e registi cinematografici, con il compito di raccogliere quante più testimonianze possibili su un continente che fu setacciato (e saccheggiato) da ovest a est, dal Senegal alla Somalia francese. Risultato furono più di 3mila oggetti, oltre a 6mila fotografie, 1.600 metri di pellicola e 1.500 documenti scritti.
Il clima culturale in cui la missione nacque è accuratamente ricostruito da Barbara Fiore nella postfazione del volume, in cui emerge da un lato il crescente interesse verso l’arte del Continente Nero, dall’altro l’importanza del movimento surrealista nell’osteggiare la presunta supremazia culturale europea ben esemplificata, sempre a Parigi, dall’Exposition coloniale internationale 1931, tesa a celebrare l’azione «civilizzatrice» della Francia.
Michel Leiris. L’Africa fantasma, a cura di Barbara Fiore, trad. di Aldo Pasquali, con 40 fotografie della missione Dakar-Gibuti, 748 pp., Quodlibet/Humboldt, Macerata/Milano 2020, € 34

Leiris ritratto nel 1930 da Man Ray

I membri della missione al museo etnografico del Trocadéro prima della partenza (maggio 1931)
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