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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliPer la mostra «Omaggio a Valerio Adami», curata da Lea Mattarella, la Galleria Mucciaccia, la Galleria André e l’Accademia d’Ungheria presentano, dal 19 gennaio al 26 febbraio, una cinquantina di dipinti e una ventina di disegni. L’Accademia d’Ungheria ospita un excursus antologico, mentre le due gallerie private offrono una visione d’insieme dell’ultima stagione dell’81enne pittore. È il disegno a determinare la struttura di quell’immagine che, riportata sulla tela, sarà vitalizzata dal colore.
 La mostra vuole quindi mettere a fuoco la genesi del mondo pittorico di un artista che, dai suoi esordi nella Nuova Figurazione dei primi anni Sessanta, ha intessuto suggestioni pop a libertà associative surrealiste, avendo assorbito le modalità compositive del Cubismo, ma anche, da Francis Bacon, una certa propensione alla deformazione dei corpi. Un linguaggio amato e presentato da scrittori (Calvino, Fuentes, Paz) e filosofi (Lyotard, Derrida, Onfray), proprio per la visionarietà al contempo psichica e urbana, di ispirazione sovente letteraria.
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