Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. «Depositi. Immagini dai musei italiani», dal 23 gennaio al 21 febbraio, a Villa Bardini è un racconto, attraverso una serie di immagini scattate in tutta Italia da Marco Lanza, dedicato a opere forse ritenute minori, ma non per questo meno significative del nostro patrimonio: un «museo nascosto», che, spiega il curatore Luca Farulli, si propone come viaggio «nell’altro stato delle cose costituito dal deposito, nel quale le opere d’arte, i reperti archeologici, i prodotti del fare umano in esso riparati si danno a vedere, uscendo dalla vita separata che usualmente li caratterizza».
Cose, e non oggetti, proprio per «sottolineare il valore affettivo posseduto da queste tracce di vita passata, le quali divengono, così, immagini attive, in grado di veicolare una esperienza personale, intima del colore del tempo».
Nel percorso troviamo anche le opere video realizzate da Marco Lanza assieme al fratello musicista Saverio Lanza, nella formazione artistica multimediale Pastis, dove l’atmosfera del deposito è realizzata da un montaggio ritmico e musicale, «come si trattasse di movenze di danza».
I depositi non sono solo riprodotti ma creati, realizzati dal linguaggio fotografico stesso, che rende fisica la materia, la polvere, dando voce e vita a quelle «cose» dimenticate. La mostra, promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron in collaborazione col Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze, con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze ed il supporto di Banca CR Firenze (col patrocinio del Comune di Firenze), è corredata dal volume Depositi. Immagini dai musei italiani pubblicato da Gli Ori di con testo in italiano e in inglese.

Scavi di Pompei, Pompei (2008). Foto © Marco Lanza

Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, Firenze (2009). Foto © Marco Lanza

Galleria d'Arte Moderna, Milano (2014). Foto © Marco Lanza

Cripta dei Cappuccini, Palermo (1998). Foto © Marco Lanza
Altri articoli dell'autore
La Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze ha riunito circa 150 opere provenienti da oltre 60 tra musei e collezioni private riuscendo a «ricomporre pale smembrate dall’epoca napoleonica grazie a prestiti eccezionali»
Mentre a fine settembre inaugura la grande mostra su Beato Angelico, il direttore generale del museo fiorentino anticipa in esclusiva a «Il Giornale dell’Arte» l’esposizione che la prossima primavera sarà dedicata al rapporto dell’artista americano con la città
Resta l’amarezza di notare che Firenze, a differenza di altre città europee, pur avendo vantato nel Rinascimento un primato nell’architettura, non abbia oggi una visione complessiva della contemporaneità
Il restauro ha riportato in luce sotto una ridipintura scura i vivaci colori di una delle icone più celebri e venerate nel Medioevo in quanto ritenuta il ritratto di Cristo, da oltre mille anni nella Cattedrale di Lucca