Image

Marco Bagnoli, «Opera scenica. AttoRitratto», Firenze 2014. Foto: Ela Bialkowska

Image

Marco Bagnoli, «Opera scenica. AttoRitratto», Firenze 2014. Foto: Ela Bialkowska

I sortilegi persiani di Marco Bagnoli

L'artista toscano porta da Christian Stein le sue riflessioni sospese tra metafisica, mistica e spiritualità

Image

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

S’intitola «Nel Paesaggio di Xvarnah» la personale di Marco Bagnoli che si apre il 10 febbraio nella Galleria Christian Stein, dove sarà visibile fino al 7 maggio. Un titolo suggestivo, per una mostra che, come da tempo accade all’artista toscano, guarda alla cultura persiana. Il salone di Palazzo Cicogna si apre così ad accogliere un’installazione densa di sortilegi, formata da tre opere realizzate tra il 2019 e il 2021: sette disegni compongono quella, del 2019, che dà il titolo alla mostra.

Indivisibili, i disegni sono tratti da miniature persiane del XIV secolo, lungamente cercate, e trovate dall’artista nel «Manoscritto Nezami» (Museo d’arte turca e islamica di Istanbul), che evocano la « Xvarnah mazdea», la luce ferma e incorrotta della mitica terra dell’origine, dove il tempo non esiste, ma da cui, nel pensiero indo-iranico, emana tutto ciò che è reale. Sospeso tra metafisica, mistica e spiritualità, il cammino di Bagnoli s’inoltra in territori estatici, usualmente preclusi al mondo fenomenico, che lui sa però tradurre in immagini percettibili ai nostri sensi.

Identica l’atmosfera di sospensione del «Giardino degli Specchi», 2020, un’opera scaturita nel 2010 da un viaggio in Iran (qui presentata nella terza, inedita, versione), che rievoca la matematica armonia di un giardino islamico attraverso parabole specchianti e bande rosse, in un percorso di ulteriore avvicinamento alla luce.

La triade di opere è completata da «Dove Porta», 2021, un omaggio a Le Porte Regali di Pavel Florenskij, animato dalla volontà di trovare il luogo d’incontro tra mondo visibile e invisibile: «Due mondi che sono in contatto. Tuttavia la differenza tra loro è così grande che non può non nascere il problema del confine che li mette in contatto, che li distingue ma altresì unisce».

Marco Bagnoli, «Opera scenica. AttoRitratto», Firenze 2014. Foto: Ela Bialkowska

Ada Masoero, 10 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

La società milanese che offre servizi integrati per l’arte offre online una selezione delle opere di proprietà privata che le sono state affidate o che sono disponibili per la vendita

Il nuovo progetto culturale di Platea, associazione culturale nata nel 2020 dalla volontà di un gruppo lodigiano di appassionati di arte e architettura

Nacquero da Luca Giordano (con la mediazione dei veneziani) i singolari rapporti, poco noti ma fondamentali, tra la città orobica e il Viceregno di Napoli testimoniati dai capolavori del ’600 napoletano ora esposti

In Triennale Milano una grande mostra con oltre 400 lavori dell’architetto, designer, artista, critico e direttore di riviste, curata da Fulvio Irace

I sortilegi persiani di Marco Bagnoli | Ada Masoero

I sortilegi persiani di Marco Bagnoli | Ada Masoero