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I fondi «imponenti» per turismo e cultura

L’impegno dello Stato per il Mibact nel Decreto agosto ha un valore di oltre tre miliardi

Nel decreto legge del Consiglio dei Ministri del 7 agosto 2020, che dedica 25 miliardi agli interventi urgenti per il rilancio dell’economia nazionale, forti stanziamenti, definiti «imponenti» da Dario Franceschini, sono dedicati al turismo e alla cultura. L’impegno dello Stato per il Mibact ha un valore di oltre 3 miliardi: serviranno al rilancio e al sostegno di quei due settori economici devastati più di altri dalla crisi dovuta al Covid-19. Franceschini conferma che i due comparti valgono insieme «più del 12% del Pil» ed è quindi un provvedimento vitale.

Le misure economiche precedenti per cultura e turismo vengono estese e si allargano a una serie di interventi d’urgenza in parte basati su rinvii, riduzioni di imposte e tax credit, ma anche su erogazioni dirette. Per tutti e due i settori che fanno capo al Mibact sono previste: proroga della cassa integrazione (Cig) fino al 31 dicembre e sospensione di rate e mutui fino al 31 gennaio.

Per il settore Cultura sgravi contributivi per nuove assunzioni ed esenzioni dall’Imu per cinema e teatri, cassa e indennità per i lavoratori del settore. Decisi anche una serie di contributi diretti (mille euro) per lavoratori autonomi e precari dello spettacolo; 90 milioni aggiuntivi per il Fondo emergenza Cinema (che sale così a 335 milioni) e 65 in più per i musei del Mibact; 60 milioni al Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali (che diventa di 235 milioni), per sostenere editoria, grandi eventi, fiere, congressi, musei non statali; aumento di 5 milioni per le fondazioni del Mibact; 25 milioni in più ai Cantieri della Cultura come parte del «Piano strategico Beni Culturali». Il decreto dà anche il via a un corso-concorso per coprire le carenza di dirigenti tecnici al Mibact.

Per il Turismo il decreto prevede una decontribuzione totale per diversi mesi del costo del personale, l’aumento di 100 milioni per proroghe e tax credit per gli affitti; altri 240 milioni al Fondo di emergenza (decuplicato e ora di 265 milioni) per agenzie di viaggio e tour operator e sospensione di rate e mutui fino al 31 marzo 2021; esenzione dall’Imu per una serie di strutture turistiche che avranno anche 180 milioni in più per il credito d’imposta per la loro riqualificazione; risorse anche per contributi a fondo perduto a una serie di attività in crisi nelle città d’arte; aumenta poi di 300 milioni il Fondo di compensazione ai Comuni per la mancata riscossione della tassa di soggiorno.

Vi sono poi agevolazioni per le concessioni balneari e altri 70 milioni per il rinnovo di veicoli e bus turistici. È abolita fino al 31 dicembre la tassa per occupazione di suolo pubblico di ristoranti, bar, pizzerie ecc.; ben 400 milioni sono infine destinati agli enti turistici che organizzano fiere all’estero.

Il giorno dopo il varo del decreto, l’8 agosto, il Mibact ha dato il via al piano strategico «Grandi Progetti Beni Culturali». Con circa 103 milioni vengono finanziati 11 cantieri dopo il parere favorevole del Consiglio Superiore dei Beni culturali e della Conferenza Stato Regioni. La scelta è stata criticata perché trascurerebbe il Sud, creerebbe «inutili» nuovi musei e mancherebbe di una strategia complessiva. Ma è evidente che i fondi si concentrano su pochi grandi cantieri che realizzano alcuni vecchi, importanti progetti.

Il resto è poca cosa. Quattro progetti assorbono infatti oltre l’80% dell’intera somma. Il più costoso (35 milioni) è quello per il recupero, a Roma, del cinquecentesco Palazzo Silvestri Rivaldi, di fronte ai Fori e alla Basilica di Massenzio. Da 40 anni abbandonato e in degrado, più volte ne era stato annunciato e mai realizzato il restauro. Diventerà la Scuola di Alta Formazione del Mibact. Sempre a Roma, 16 milioni andranno per l’Archivio Centrale dello Stato, lo spazio che manca per i depositi sarà quello degli ex magazzini dell’Aeronautica militare; con 20 milioni verrà poi esteso il recupero dell’Arsenale di Venezia. Il quarto grande cantiere sarà a Firenze: 12 milioni, serviranno per la Loggia di Isozaki che, attesa da vent’anni, diventerà l’uscita delle Gallerie degli Uffizi.

Per gli altri 7 cantieri previsti, alcuni eccentrici e «non essenziali», basteranno i 20 milioni restanti: 2 per una nuova sede espositiva nella Cà del Dutùr a Monte Isola (Brescia) sul Lago d’Iseo; 4,5 per un nuovo Museo della Lingua Italiana a Firenze; 3 per il restauro della Abbazia di San Giuliano che ospiterà il Museo dei Cantautori liguri a Genova; 1,1 per il Parco Archeologico di Laus Pompeia a Lodi Vecchio; 5 a Palazzo Te di Mantova per un giardino aperto alla «vita quotidiana dei cittadini»; 1,5 milioni serviranno al Museo d’Arte Contemporanea di Rimini. Ultimo, ma importante, il Museo e Parco Archeologico di Sibari, uno dei nuovi musei autonomi voluti da Franceschini: gli sono destinati 3 milioni.
 

Dario Franceschini

La Loggia di Isozaki per l’uscita degli Uffizi a Firenze è tra gli undici grandi cantieri finanziati con 103 milioni di euro dal piano strategico «Grandi Progetti Beni Culturali»

Edek Osser, 02 settembre 2020 | © Riproduzione riservata

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