Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Trentenne, nata in Sudafrica nel 1991 e formata al KASK di Gand, in Belgio, poi rientrata nel suo Paese natale, Katharien de Villiers debutta in Italia con la personale, dal titolo assertivo, «Echo Me/Here I am/Ecco Mi», presentata da Osart Gallery fino al 19 febbraio.
Espone un nucleo di lavori polimaterici su tela (spesso tela stampata a motivi mimetici) in cui coesistono pittura, scultura, immagini e illustrazioni prelevate da contesti diversi, oggetti del quotidiano, decontestualizzati e modificati attraverso l’uso del glitter, di smalti e di altri artifici.
Tutti sono disposti in composizioni che mimano gli antichi diorami, quelle ricostruzioni che nei musei di storia naturale illustrano animali esotici nel loro habitat o scene di vita umana affondate nelle ere più lontane, mettendo in atto un dispositivo illusorio, falso ma verosimile, capace d’ingannare i sensi dell’osservatore.
Mimando queste pratiche, l’artista mette in scena una realtà fasulla ma credibile, stralunata e destabilizzante, ironica e colorata: una «realtà» volutamente seducente, capace quindi di far scattare nell’osservatore la scintilla della curiosità e di suscitare più d’una domanda riguardo al nostro rapporto con l’ambiente ma anche riguardo alle radici mitiche della nostra cultura, in una rilettura soggettiva del mondo, naturale e culturale, in cui viviamo.

Katharien De Villiers nel suo studio, 2021. Cortesia dell’artista e di Osart Gallery. Foto: Paris Brummer
Altri articoli dell'autore
Dopo molti omaggi all’estero, nel Palazzo Citterio di Milano la prima retrospettiva istituzionale in Italia di una pittrice che «rifuggiva da ogni categorizzazione di genere, preferendo essere considerata un’artista tra gli artisti, senza distinzione»
Il progetto culturale «La Grande Arte in Brianza», promosso dalla Fondazione Costruiamo il Futuro con le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, il Comune di Carate e la Galleria Borghese di Roma, porta nella dimora di Carate Brianza la «Venere che benda amore»
In occasione dell’uscita del volume Taschen, alla Biblioteca Nazionale Braidense una selezione dei «costume jewelry», tratto distintivo dell’eleganza della collezionista torinese
Maestra dell’incisione e pioniera dell’emancipazione femminile, l’artista mantovana è protagonista di una mostra a Palazzo Ducale di Mantova