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Katharien De Villiers nel suo studio, 2021. Cortesia dell’artista e di Osart Gallery. Foto: Paris Brummer

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Katharien De Villiers nel suo studio, 2021. Cortesia dell’artista e di Osart Gallery. Foto: Paris Brummer

I destabilizzanti lavori di Katharien de Villiers

Nella prima personale italiana dell’artista sudafricana da Osart Gallery un nucleo di opere in composizioni che imitano gli antichi diorami

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Trentenne, nata in Sudafrica nel 1991 e formata al KASK di Gand, in Belgio, poi rientrata nel suo Paese natale, Katharien de Villiers debutta in Italia con la personale, dal titolo assertivo, «Echo Me/Here I am/Ecco Mi», presentata da Osart Gallery fino al 19 febbraio.

Espone un nucleo di lavori polimaterici su tela (spesso tela stampata a motivi mimetici) in cui coesistono pittura, scultura, immagini e illustrazioni prelevate da contesti diversi, oggetti del quotidiano, decontestualizzati e modificati attraverso l’uso del glitter, di smalti e di altri artifici.

Tutti sono disposti in composizioni che mimano gli antichi diorami, quelle ricostruzioni che nei musei di storia naturale illustrano animali esotici nel loro habitat o scene di vita umana affondate nelle ere più lontane, mettendo in atto un dispositivo illusorio, falso ma verosimile, capace d’ingannare i sensi dell’osservatore.

Mimando queste pratiche, l’artista mette in scena una realtà fasulla ma credibile, stralunata e destabilizzante, ironica e colorata: una «realtà» volutamente seducente, capace quindi di far scattare nell’osservatore la scintilla della curiosità e di suscitare più d’una domanda riguardo al nostro rapporto con l’ambiente ma anche riguardo alle radici mitiche della nostra cultura, in una rilettura soggettiva del mondo, naturale e culturale, in cui viviamo.

Katharien De Villiers nel suo studio, 2021. Cortesia dell’artista e di Osart Gallery. Foto: Paris Brummer

Ada Masoero, 07 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

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