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Il Monte Athos

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Il Monte Athos

I 20 monasteri di Monte Athos in Grecia

Un osservatore privilegiato scruta il Patrimonio mondiale

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Francesco Bandarin

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Da oltre mille anni il Monte Athos è uno dei luoghi più sacri della cristianità. Dopo il grande Scisma d’Oriente del 1054 è anche diventato il fulcro della religiosità ortodossa e del monachesimo orientale. Ubicato nella propaggine orientale della penisola Calcidica, il sito ha una lunghezza di circa 60 chilometri e una larghezza variabile tra i 7 e i 12 chilometri.

La «Montagna Sacra» ha una altezza di 2.033 metri e prende il suo nome dalla mitologia greca, che racconta come Athos, uno dei giganti che sfidarono gli dèi nella Gigantomachia, durante la battaglia scagliò contro il dio Poseidone un immenso masso che cadendo nel mare Egeo creò la Montagna.

Questa parte della penisola Calcidica era abitata già in epoca classica (è menzionata persino da Omero nell’Iliade), e fu anche uno dei teatri delle guerre tra Greci e Persiani. Secondo la tradizione cristiana, anche la Vergine Maria fece sosta al Monte Athos, accompagnata da san Giovanni Evangelista nel suo viaggio da Jaffa a Cipro per visitare Lazzaro di Betania, divenuto vescovo di Kition (attuale Larnaka). Da allora, Monte Athos fu consacrato come il giardino della Vergine.

Nei secoli successivi, molte comunità cristiane si insediarono nella zona, accogliendo, a partire dal VII secolo, i cristiani scacciati dall’Oriente dalle conquiste mussulmane. In epoca bizantina, a partire dall’VIII secolo, cominciarono a formarsi le comunità monastiche, fino a che, nell’885, una crisobolla dell’Imperatore Basilio I (812-886) concesse ai monaci l’autogoverno e il diritto d’uso esclusivo della zona.

Nel corso del secolo successivo, furono fondati molti monasteri, vennero fissati i confini dello Stato monastico e create le sue forme amministrative. Nel 958 arrivò a Monte Athos il monaco Atanasio l’Atonita, che costruì la chiesa centrale nella località di Karies, la capitale amministrativa dello Stato. Con il sostegno dell’imperatore Niceforo Foca venne dato avvio alla costruzione del Grande Lavra, il monastero principale, che nel corso dei secoli ha esercitato una grandissima influenza nel mondo della religione ortodossa.

Monte Athos è stato per un millennio al centro di tutti i conflitti che hanno segnato l’Oriente mediterraneo, dalla sconfitta dell’Impero bizantino nel 1024, durante la quarta crociata, fino alla conquista della zona da parte dell’Impero serbo (1346-1371), riuscendo sempre a sopravvivere e prosperare come centro indiscusso della religiosità ortodossa.

Dopo la conquista ottomana della regione di Salonicco (1430) e il crollo finale dell’Impero bizantino (1453), i monaci atoniti riuscirono a mantenere buone relazioni con i nuovi sovrani, al punto che Maometto II il Conquistatore (1432-1481) concesse loro di conservare le proprietà e lo statuto di autonomia, pur imponendo forti tasse.

Nel XVIII secolo, indebolitosi il controllo ottomano, le comunità atonite furono al centro di un grande rinascimento culturale, il cosiddetto Illuminismo greco moderno, esemplificato dall’opera del grande filosofo e scienziato Eugenios Voulgaris (1716-1806), che divenne direttore dell’Accademia Atonita fondata nel Monastero di Vatopedi. I rapporti con il Governo ottomano peggiorarono dopo l’indipendenza della Grecia (1830) quando le regioni del Nord rimasero sotto l’Impero turco.

Tuttavia, nel corso del XIX secolo si rafforzò il sostegno a Monte Athos da parte dell’Impero russo, il che portò a una fase di grande sviluppo delle comunità monastiche, le quali giunsero a contare fino a 7mila monaci. Con la fine dell’Impero ottomano e dopo la prima guerra mondiale, Monte Athos fu riunificato alla Grecia (non senza una disputa diplomatica con la Russia sulla sua sovranità), di cui costituisce oggi un territorio autonomo, la Repubblica Monastica della Montagna Sacra, sotto la giurisdizione spirituale del patriarca ecumenico di Costantinopoli.

Venti monasteri, ciascuno in piena autonomia, fanno parte della Repubblica, che dispone di un Governo (la «Sacra Comunità», Iera Koinoteta) dove tutti i monasteri sono rappresentati, e di un comitato esecutivo (la «Sacra Amministrazione», Iera Epistasia) formato da quattro monaci.

Oggi, i monaci sono circa 2mila, in prevalenza greci, con l’eccezione di quelli del Monastero serbo di Chilandari, di quello bulgaro di Zographu e di quello russo di San Pantaleone, il più grande di tutti La vita monastica è organizzata nei monasteri in forma cenobitica (comunitaria) ma i monaci possono scegliere anche forme di vita più ascetiche, come le «sketes», dove i monaci vivono in isolamento pur condividendo alcuni servizi comuni, o forme di isolamento completo, come gli eremitaggi.

L’importanza di Monte Athos per la religiosità ortodossa ha tradizionalmente attratto un grande numero di pellegrini, che si appoggiano ai monasteri, vere e proprie case di ospitalità per gli oltre 300mila visitatori che ogni anno scelgono di condividere la vita ascetica dei monaci. Come è noto, le donne non possono accedere al sito, mentre esistono monasteri femminili atoniti al di fuori dei confini della Repubblica.

Grande è il fascino delle architetture di questi monasteri, arditamente inserite nell’ambiente arido e roccioso della penisola, come ad esempio nel caso del celebre Monastero di Simonopetra. Nelle loro antiche biblioteche sono conservati da secoli manoscritti, documenti e oggetti d’arte di straordinaria bellezza e di enorme importanza per lo studio della storia dell’Impero bizantino e della religione ortodossa. L’iscrizione di Monte Athos nella lista del Patrimonio Mondiale nel 1988 ha non solo consentito di valorizzare e restaurare un importantissimo patrimonio culturale, ma anche di migliorare la conservazione dell’ambiente, oggi minacciato dal grande numero dei visitatori e dallo sviluppo di impianti e infrastrutture moderni.

Il Monte Athos

Il Grande Lavra

Il Monastero di Vatopedi

Il Monastero di San Pantaleone

Il Monastero di Simonopetra

Francesco Bandarin, 26 febbraio 2022 | © Riproduzione riservata

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