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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliNel mondo antico, sogni e visioni hanno sempre rappresentato un varco attraverso cui penetrare in una dimensione sapienziale preclusa allo stato di veglia. Il libro di Luigi Lafasciano analizza le funzioni di divinazione e terapia associate al sogno rituale, partendo dall’arcaismo sino a giungere alla tarda antichità nel mondo greco-romano.
L’autore illustra le origini dell’incubazione, il rito in cui, dormendo presso un luogo sacro, era possibile ottenere una profezia o una guarigione. L’indagine è svolta seguendo un doppio binario: da una parte viene tracciata l’evoluzione storica e religiosa del fenomeno, dall’altra viene data evidenza scientifica alle tracce reperite negli scavi archeologici.
Il più noto rituale di incubazione dell’antichità è quello legato ad Asclepio, figlio di Apollo e dio della medicina, il cui primo santuario a Epidauro è datato all’VIII secolo a.C. Già in questa fase, il culto presenta una vocazione «terapeutica» che conoscerà larga fortuna, e che comporterà una significativa monumentalizzazione del sito nel V secolo. Il volume ripercorre le varie fasi di ampliamento del santuario e i percorsi rituali che in esso venivano compiuti: dai sacrifici votivi fino al momento del vero e proprio sonno rituale.
I consultanti dormivano su letti, ospitati nella parte più nascosta del santuario, tra lampade e incensi e, in sogno, Asclepio compiva la guarigione sul malato oppure prescriveva una procedura terapeutica da seguire al risveglio. Attraverso i secoli, l’analisi di Lafasciano arriva sino alle ritualità oniromantiche delle prime comunità cristiane, tra rielaborazione delle tradizioni precedenti e formulazioni originali del nuovo culto religioso.
Archeologia del sogno rituale. Dall’arcaismo alla tarda antichità nel mondo greco-romano,
di Luigi Lafasciano, 368 pp., 103 ill. b/n, «L’Erma» di Bretschneider, Roma 2021, € 200
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