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Duemila anni a testa in su: una mostra al Grand Palais
- Luana De Micco
- 03 aprile 2019
- 00’minuti di lettura


«Journey of the Private Moon in the Urals» (2003-16) di Leonid Tishkov. © Leonid Tishkov
Guarda che Luna
Duemila anni a testa in su: una mostra al Grand Palais
- Luana De Micco
- 03 aprile 2019
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl 20 luglio 1969 Neil Armstrong fu il primo uomo a camminare sulla Luna: un anniversario che il Grand Palais celebra con la mostra «Luna. Dal viaggio reale ai viaggi immaginari» (dal 3 aprile al 22 luglio). È proprio dalla missione Apollo 11 che l’esposizione prende il via, un momento che ha acceso ancora di più l’immaginazione degli artisti: «La Luna è il luogo di tutti i possibili, di tutte le fantasticherie. È la pagina bianca su cui tutti i terrestri possono scrivere tutte le storie», osservano i due curatori della mostra, Alexia Fabre e Philippe Malgouyres.
Il Grand Palais chiama in rassegna quanti da duemila anni a questa parte, si sono interessati al corpo celeste e vi hanno tratto ispirazione. Il satellite, che nell’antichità era celebrato come una divinità, maschile in Egitto e in Mesopotamia, o femminile nell’antichità classica, è fonte inesauribile d’ispirazione.
In 5 sezioni, ci s’imbatte in opere di maestri di tutti i tempi: da Dürer a Moreau, da Chagall a Dalí, da Manet a Joan Miró, da Man Ray a Hans Arp. È esposto tra l’altro il modello in gesso dell’«Endimione dormiente» di Canova, il marmo scolpito tra il 1819 e il 1822 e conservato a Chatsworth House.
È esposta «Francesca da Rimini», opera del 1837 di William Duyce, con l’innamorato Paolo Malatesta che, al chiaro di luna, tenta di rubare un bacio adulterino (prestato dalla National Gallery of Scotland di Edimburgo). E ancora il «Chiaro di Luna sul porto di Boulogne» di Manet del 1869 (del Musée d’Orsay).

«Journey of the Private Moon in the Urals» (2003-16) di Leonid Tishkov. © Leonid Tishkov