Il suo vero nome era Elena Ivanovna Diakonova, ma per la storia dell’arte rimarrà Gala (Kazan, 1894 - Girona, 1982). La moglie e musa di Salvador Dalí è un personaggio misterioso sul quale una mostra del Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) fa luce.
Chi era davvero questa sofisticata donna di origini russe? La curatrice Estrella de Diego, docente di storia dell’arte all’Università di Madrid, per rispondere a questa domanda si è avvalsa della collaborazione della Fundació Gala-Salvador Dalí di Figueras e di prestiti di musei internazionali come il Centre Pompidou di Parigi e il Mart di Rovereto.
Una figura affascinante, dalla vita intensa e controversa. Prima di incontrare Dalí, Gala fu la moglie del poeta Paul Eluard, frequentò André Breton, Louis Aragon e gli altri surrealisti, si fece ritrarre da Max Ernst, di cui fu anche amante, e divenne modella di Man Ray. Poi nel 1929 incontrò il genio catalano, che era a Parigi per presentare il film «Un cane andaluso» scritto a quattro mani con Luis Buñuel. I due si sposarono nel 1932.
Dal 6 luglio al 14 ottobre la mostra «Gala Dalí» al Mnac presenta 180 opere, una sessantina delle quali sono di Dalí, che immortalò la sua compagna e musa più volte, ma sono riuniti anche oggetti personali, lettere e libri che aiutano a tracciare il percorso di un’«eroina postmoderna». Gala fu artista, scrittrice, disegnatrice e creatrice di oggetti surrealisti, oltre che mercante d’arte.
«Grazie a questa mostra, Gala non è più una donna invisibile, osserva Montse Aguer, direttrice della Fundació Gala-Salvador Dalí, che ha concesso numerosi prestiti. Renderla protagonista permette di ricordare che, proprio come Dalí, anche lei desiderava forgiare la sua leggenda. Donna misteriosa e discreta, colta, compagna di un poeta e di un artista, Gala visse l’arte e la realizzò».
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