Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Una veduta della mostra «Stefano Arienti», Galleria Christian Stein, Milano. In particolare «Semaforo rosso», 2019; «Doppio semaforo rosso», 2019 © Artista e Galleria Christian Stein, Milano Foto di Agostino Osio

Image

Una veduta della mostra «Stefano Arienti», Galleria Christian Stein, Milano. In particolare «Semaforo rosso», 2019; «Doppio semaforo rosso», 2019 © Artista e Galleria Christian Stein, Milano Foto di Agostino Osio

Gocce di acrilico su vegetazione

Tre diversi approcci alla fotografia per la personale di Stefano Arienti da Christian Stein

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Solo opere inedite, tutte basate sulla fotografia, compongono la personale di Stefano Arienti (Asola, Mn, 1961) presentata fino al 24 settembre da Christian Stein.

Sulle fotografie (scattate da lui) l’artista interviene con tre diversi approcci: in un gruppo di lavori si serve come supporto della microciniglia, che conferisce alle immagini un’inattesa matericità e una singolare profondità; nel secondo gruppo, le fotografie sono stampate su carta, che Arienti però, con una pratica inaugurata negli anni ’80, trafora come se si trattasse di cartoni da spolvero, creando al verso il tracciato dell’immagine sottostante.

La terza, infine, è un’assoluta novità: con una tecnica messa a punto dal 2019, dopo aver spruzzato acqua, Arienti stende sulla fotografia bagnata un velo di colore acrilico. Una volta asciugata, l’immagine conserva lievi tracce delle gocce, acquisendo una speciale vibrazione. In tutte, il soggetto è la vegetazione (Arienti è laureato in Agraria, anche se ha poi sviluppato studi in numerosi altri campi), seppure una vegetazione su cui l’uomo è intervenuto con la sua opera, lasciando inevitabili tracce.

Una veduta della mostra «Stefano Arienti», Galleria Christian Stein, Milano. In particolare «Semaforo rosso», 2019; «Doppio semaforo rosso», 2019 © Artista e Galleria Christian Stein, Milano Foto di Agostino Osio

Ada Masoero, 24 agosto 2021 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Sotto un’improvvida vernice marrone si nascondeva un capolavoro di scultura trecentesca in origine sfavillante di oro e colori

Per il quinto anno la kermesse trasforma la città in una mappa diffusa dedicata al disegno

Spiega Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei-FBM: «Grazie all’unione delle forze vive della città, i cinque musei che gestiamo sono gratuiti per i cittadini: sono della comunità e la comunità ne è responsabile»

L’intervento sarà presentato il 24 novembre dalla Diocesi di Brescia che lo realizzerà con il sostegno di Ca’ del Bosco e Fondazione Venetian Heritage

Gocce di acrilico su vegetazione | Ada Masoero

Gocce di acrilico su vegetazione | Ada Masoero