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Alla Royal Academy artisti e architetti in soccorso del pianeta
- Federico Florian
- 22 novembre 2019
- 00’minuti di lettura


HeHe, «Domestic catastrophe Nº3: Laboratory Planet», 2012 (fotogramma di un video). © HeHe
Gli ecovisionari salveranno il mondo?
Alla Royal Academy artisti e architetti in soccorso del pianeta
- Federico Florian
- 22 novembre 2019
- 00’minuti di lettura
Federico Florian
Leggi i suoi articoli3.C.City: Climate, Convention, Cruise è un progetto per una città galleggiante sull’oceano, concepito dallo studio d’architettura di New York WORCac. Ispirato al lavoro del celebre gruppo d’avanguardia Ant Farm negli anni ’70, la 3.C.City si compone di un perimetro di alloggi abitativi che si affacciano su un centro congressi «interspecifico», un luogo di ricreazione collettiva ideato per favorire il dialogo tra persone e specie marine.
A completare il progetto vi è un’infrastruttura fatta di pannelli solari, serre, giardini e fattorie per la coltivazione di alghe e biocarburanti. È questo uno dei lavori in mostra presso «Eco-Visionaries» alla Royal Academy (dal 23 novembre al 23 febbraio), esposizione a cura di Gonzalo Herrero Delicado, Pedro Gadanho e Mariana Pestana che esamina l’impatto ecologico dell’umanità sul nostro pianeta e propone ipotetiche soluzioni alla crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo.
Ventuno i lavori esposti, da prototipi e modelli architettonici a film, sculture e installazioni, creati da artisti, designer e architetti internazionali. Fra gli altri «The Substitute» (2019) della londinese Alexandra Daisy Ginsberg, che consente ai visitatori di interagire con una riproduzione digitale di un rinoceronte bianco settentrionale, estintosi nel 2018, e la celebre serie fotografica di ghiacciai in fase di scioglimento dell’artista danese-islandese Olafur Eliasson, protagonista di un’estesa personale alla Tate Modern in corso sino al 5 gennaio.
L’allestimento è ideato dai Delvendahl Martin Architects con lo studio grafico Daly & Lyon, sulla base di principi di sostenibilità, come l’uso di materiali riciclati e la riduzione della quantità di oggetti di plastica monouso. Parallelamente l’Architecture Studio della RA ospita un progetto di Atelier Luma, volto a esplorare le possibili applicazioni di alghe e materiali biologici nel design architettonico.

HeHe, «Domestic catastrophe Nº3: Laboratory Planet», 2012 (fotogramma di un video). © HeHe