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Al Museo Archeologico 52 opere di Enrico Baj
La mostra che il Museo Archeologico dedica fino al 9 ottobre a Enrico Baj (1924-2003) s’intitola, come il film del 1956 di Don Siegel, «L’invasione degli ultracorpi» perché, pur senza trascurare gli altri versanti dell’opera dell’artista, si appunta soprattutto sul tema della figura mutante e misteriosa, che dal 1951 al 1985 occupò largamente la sua ricerca. Un essere metamorfico e metaforico generato dall’angoscia dell’età nucleare ma innervato anche dall’humour noir surrealista, che si riallaccia a figure ancestrali, per svilupparsi poi in immagini di esseri deformi sì, ma più riconoscibili.
È il caso dei celebri «Generali» o i «Mobili» animati, fino a «Ubu» (1985), opera teatrale in omaggio ad Alfred Jarry e al suo Ubu roi, di cui la mostra espone le sculture. In un’altra sala sono allestiti 8 grandi «Meccani» e nell’ultimo ambiente la monumentale installazione dell’«Apocalisse» (1978-83). Curata da Chiara Gatti con Roberta Cerini Baj, la mostra, realizzata con Silvana Editoriale, riunisce 52 opere tra dipinti, collage e sculture, tra le più significative dell’artista (i «Mobili», gli «Specchi», i «Meccani», i «Generali», le «Modificazioni»), giunte dalle collezioni della Fondazione Marconi di Milano e dell’Archivio di Roberta Cerini Baj di Vergiate.
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