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Untitled (2010) di Etel Adnan. Cortesia dell'artista e Sfeir-Semler Gallery, Hamburg/Beirut

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Untitled (2010) di Etel Adnan. Cortesia dell'artista e Sfeir-Semler Gallery, Hamburg/Beirut

Etel Adnan: passione e compassione in poesia e in pittura

È morta a 96 anni l’artista e scrittrice libanese attualmente al centro di una mostra al Solomon R. Guggenheim Museum di New York

Gareth Harris

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L’importante artista e scrittrice libanese Etel Adnan è morta all’età di 96 anni. A comunicare la notizia è stata la compagna di lunga data Simone Fattal.

Questo fine settimana hanno reso omaggio a Adnan attraverso i social curatori, artisti e studiosi tra cui il direttore artistico delle Serpentine Galleries di Londra Hans Ulrich Obrist che ha postato su Instagram una nota scritta a mano dall’artista: «L’amore non muore quando moriamo. È la nostra resurrezione».

Le opere di Adnan sono attualmente in mostra al Solomon R. Guggenheim Museum di New York («Light’s New Measure», fino al 10 gennaio 2022) in concomitanza con la grande retrospettiva di Kandinskij aperta a inizio mese. I lavori di Adnan, come quello di Kandinskij, presentano sfere vibranti e fluttuanti all’interno di paesaggi minimalisti, suggerendo corpi celesti che evocano il carattere sconfinato dell’universo e la spiritualità del cosmo.

In un post su Twitter il Guggenheim ha scritto: «Piangiamo la perdita di Etel Adnan e celebriamo i suoi indelebili successi letterari e artistici, che hanno lasciato una traccia su tante persone in tutto il mondo. Siamo profondamente onorati dell’attuale presenza dei suoi radiosi dipinti nella mostra Light’s New Measure».

Adnan è nata il 24 febbraio 1925 a Beirut da padre turco e madre greca. Fino a pochi anni fa era conosciuta soprattutto per la sua scrittura: il suo romanzo del 1977 Sitt Marie Rose ha vinto il premio France-Pays Arabes, celebri le sue raccolte di poesie tra cui Moonshots (1966) e Seasons (2008).

Dopo una laurea alla Sorbona di Parigi, nel 1955 si trasferisce negli Stati Uniti per proseguire gli studi alla U.C. Berkeley e a Harvard. Dal 1958 al 1972 ha insegnato filosofia al Dominican College di San Rafael, California.

In un’intervista a «The Art Newspaper» del 2018, in occasione di una mostra personale al Zentrum Paul Klee di Berna, Adnan ha descritto la fase iniziale della sua vita e le sue esperienze in Francia come studente borsista, ricordando la sua prima visita al Louvre: «All’epoca era vuoto e vagavo da sola. Due opere mi colpirono palticolarmente: la Venere di Milo e la Nike di Samotracia».

Nel 1959, a 34 anni, la scoperta della pittura: «Le prime opere erano in gran parte composizioni astratte, con quadrati di colore applicati direttamente dal tubo, era interessata alla bellezza immediata del colore», recita il comunicato stampa della Serpentine Galleries dove nel 2016 si è tenuta la prima personale inglese.

Nel 1964 inizia a realizzare leporelli, lavori in carta simili a fisarmoniche che combinano poesia e arte, facendo riferimento alla calligrafia araba. «Non ho cambiato la mia pratica artistica. Tutti gli artisti evolvono ma qualcosa di loro rimane attraverso l’arte, la loro identità». Alla fine degli anni ’70 una vasta serie di dipinti è dedicata al Monte Tamalpais in California, mentre negli ultimi anni la sua pittura astratta si è espressa applicando il colore sulla tela con una spatola in un piccolo studio nel suo appartamento di Parigi.

Il contributo di Adnan a Documenta 13 a Kassel nel 2012 l’ha resa una star nel mondo dell’arte e le sue piccole tele astratte sono state apprezzate da un nuovo e largo pubblico. Carolyn Christov-Bakargiev, che ha diretto Documenta 13, ha twittato: «Amava le montagne, il mare, i colori, la gente, gli amici... ci ha dato forza e io l’ho amata».

Altre figure del mondo dell’arte hanno reso omaggio ad Adnan, tra cui il direttore della National Portrait Gallery di Londra, Nicholas Cullinan, e Shiva Balaghi, storico della cultura, che ha postato da Los Angeles: «C’era passione e compassione nella poesia e nella pittura di Etel Adnan. C’era un impegno nell’attivismo durato tutta la vita, una profonda verità nella sua solidarietà».

Interrogata sull’ottenimento in tarda età di riconoscimenti per la sua pittura, Etel Adnan ha detto: «Ad essere onesta, non mi aspettavo un riconoscimento. Ero felice di andare avanti. Il mio lavoro piaceva ad alcune persone che rispettavo. Vendevo due o tre quadri all’anno a prezzi molto bassi, ma faceva circolare la mia arte. Questo è importante. Ogni articolo cominciava con la menzione della mia età. Pensavo fosse divertente, ma mi infastidiva un po’. Non ne farò un problema; la maggior parte delle artiste famose lo sono diventate più tardi nella vita».

Untitled (2010) di Etel Adnan. Cortesia dell'artista e Sfeir-Semler Gallery, Hamburg/Beirut

«Rihla ila Jabal Tamalpais (Journey to Mount Tamalpais)» (2008) di Etel Adnan © Etel Adnan; cortesia di Galerie Claude Lemand e Jean-Louis Losi

Etel Adnan nel 2014. Foto Patrick Dandy. Cortesia White Cube Gallery

Gareth Harris, 15 novembre 2021 | © Riproduzione riservata

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