Diabolici ed esoterici

Veronica Rodenigo |

Dopo «L’ossessione nordica», conclusasi il 22 giugno scorso (cfr. n. 339, feb. ’14, p. 28), Giandomenico Romanelli torna a Palazzo Roverella con la mostra «Il demone della modernità»: 170 lavori (di cui circa 90 dipinti) realizzati, così come recita il sottotitolo, da «pittori visionari» che caratterizzarono «l’alba del secolo breve». Sei sezioni (Sotto il segno di Lucifero; Luoghi dell’illuminazione e ziggurat dell’anima; Angeli e demoni. Sogni, incubi, visioni; Trionfo delle tenebre. Verso l’olocausto mondiale; Altre metamorfosi; Lucifero tra i grattacieli) dal 14 febbraio al 14 giugno indagano temi e inquietudini tra fin de siècle e gli anni Trenta del ’900. Un arco cronologico definito dal curatore «spazio di mezzo» dominato da una forza visionaria, che partendo dal Simbolismo francese anima un percorso nel quale s’incontrano Max Klinger, Franz Von Stuck, Böcklin,
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