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Del Pezzo da barocco a pop

Fino al 7 gennaio all’Aica Andrea Ingenito Contemporary Art è possibile visitare la mostra «Lucio Del Pezzo. Opere anni ’60. Napoli», a cura di Andrea Ingenito e Piero Mascitti

Olga Scotto di Vettimo

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Realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano, l’esposizione presenta circa 20 opere tra collage, acrilici, tempere su tavola e una monumentale scultura in legno.

La mostra propone un approfondimento critico su anni decisivi per la ricerca di Del Pezzo (Napoli, 1933), corrispondenti al trasferimento da Napoli a Milano (proprio nel 1960) e all’avvio di un nuovo percorso in cui l’artista ha mitigato alcuni aspetti della precedente produzione per acquisirne di nuovi. Questi momenti cruciali vengono raccontati evidenziando il passaggio dal folclore barocco, ancora riscontrabile in opere come «La noia» (1961) e «Senza titolo» (1962), a un metodo più rigoroso e geometrico.

Questo mutamento è accompagnato anche dall’abbandono del disordine dell’oggetto trovato per la scelta di costruirlo in modo artigianale. Prove di abilità in tal senso sono riscontrabili in lavori come «Grafismi» del 1967 e, ancor di più, in «À Paris» del 1966. Questo nuovo fare, che apre a una dimensione  metafisica e ludica, è intriso, però, non solo di una forte componente ironica, ma anche di una evidente influenza del linguaggio pop: lo si riscontra in opere come «Senza titolo»  del 1964 e «Rosebud»  del 1965.

Olga Scotto di Vettimo, 09 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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