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Dalle star alle stelle

Nel 1927 Salvatore Ferragamo, diventato una celebrità negli Stati Uniti, ritorna in patria: è il periodo di incubazione del «Made in Italy», in una fioritura di artisti e designer, ora ricostruito nel Museo intitolato al «calzolaio delle dive»

In un’epoca nella quale il tema della migrazione è tra i più scottanti, è di particolare attualità la mostra «1927. Il ritorno in Italia». La rassegna è aperta sino al 2 maggio 2018 nel Museo Salvatore Ferragamo, che l’ha organizzata in collaborazione con la Fondazione omonima per offrire una nuova chiave di lettura dell’Italia degli anni Venti, prendendo spunto dal ritorno in patria, dagli Stati Uniti, di Salvatore Ferragamo nel 1927, data dalla quale sono trascorsi esattamente 90 anni.

Da un’idea di Stefania Ricci, e sotto la cura di Carlo Sisi, la mostra tocca molti temi, orchestrati nell’allestimento di Maurizio Balò, seguendo, appunto, il ritorno in Italia del «calzolaio delle stelle», come era stato soprannominato a Hollywood, carico di onori e di aspettative che si concretizzeranno nel capoluogo toscano, culla delle arti antiche e moderne. Suddivisa in otto sale, l’esposizione inizia, appunto, dal viaggio sulla grande motonave Roma, per proseguire con l’arrivo a Firenze nell’estate del 1927, invitando a immaginare lo scenario che si presentò all’ormai cittadino americano, abituato a ben altra contemporaneità, attraverso alcuni dipinti significativi di Giovanni Colacicchi, Guido Ferroni, John Baldwin, Giuseppe Piombanti Ammannati, Baccio Maria Bacci e Ottone Rosai.

Come sottolinea Carlo Sisi, «Ferragamo ritorna a Firenze in un momento in cui si parla di ritorni: ritorno all’ordine, ritorno al mestiere, ritorno alla grande tradizione nazionale. E la mostra narra la storia di questo attraversamento: un attraversamento di praticità, con la fondazione di un’industria; un attraversamento di gusto, con la percezione che Salvatore Ferragamo ha della cultura del suo tempo. Una storia, sviluppata per capitoli, che il pubblico può analizzare nel suo insieme come un romanzo di formazione». Il tema del folclore e del regionalismo è indicato quale strada di rinnovamento dell’arte decorativa contemporanea italiana ed esemplificato da alcuni costumi regionali di notevole impatto cromatico, dalle ceramiche sarde di Federico Melis e dai molteplici manufatti romani di Duilio Cambellotti, da mobili, vetri e arazzi di Vittorio Zecchin e dalle vivacissime tarsie di stoffe futuriste di Depero.

La figura femminile domina in tutte le sue possibili inclinazioni: donna madre e fattrice ma anche donna emancipata che partecipa alla vita sociale nei circoli letterari, nelle feste, nello sport e che crea un nuovo gusto e un nuovo guardaroba. Una selezione di opere realizzate a Firenze negli anni Venti dimostra le capacità di rinnovare la tradizione, in chiave funzionale e contemporanea, dei vasi di Gio Ponti per la Richard-Ginori, dei disegni di Carlo Scarpa per le vetrate del negozio fiorentino di Cappellin, delle maioliche di Cantagalli, così come le coppe in vetro inciso di Balsamo Stella, i tessuti di Lisio e l’eclettica produzione di Ernesto Michahelles, in arte Thayaht, d’impronta cosmopolita.

Altre importanti sezioni della mostra sono dedicate alla progettualità della casa italiana nel decennio 1920-30, banco di prova di quello che sarà negli anni Cinquanta il design «Made in Italy», e al tema del corpo declinato in tutte le sue possibili varianti, dalla scomposizione futurista e cubista alla sua ricomposizione nel «ritorno all’ordine», e della sua estetica, quindi strumento del dinamismo nello sport e nella danza, ben esemplificato dalle opere di Balla, Thayaht e Mino Rosso, esaltazione delle forme e della «moda solare», rappresentate magnificamente da Broglio e da RAM e, infine, espressione del corpo meccanizzato, variamente reso da Fillia, Depero e Baldessari. Completa la mostra l’ottimo e corposo catalogo edito da Skira con numerosi saggi di estremo interesse, interviste e un ricco corredo illustrativo.

Carla Cerutti, 15 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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Dalle star alle stelle | Carla Cerutti

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