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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliLiliana Moro nasce nel 1961 a Milano, dove vive e lavora. I lavori di Liliana Moro sono fatti di poco, un rosario di elementi strettamente necessari. Parole, neon, suoni, sculture, oggetti, costituiscono il modo di porre in scena il suo intendere la realtà. A fare da risonanza a questo mondo è direttamente il fruitore che riempie tali oggetti di un ulteriore significato. Questa essenzialità è dunque l’esperienza che Liliana Moro propone all’osservatore: una attitudine a ridurre l’idea per ricavarne nuovi livelli di lettura.
È il caso, ad esempio, del lavoro «No Frost», un frigorifero «adesivizzato» con una serie di personaggi da Looney Tunes o Walt Disney che sembrano proiettarlo nella sfera emotiva e visiva infantile o preadolescenziale. Il frigorifero di un bambino fortunato, di quelle case borghesi che ne hanno più di uno, quello della cucina, quello della lavanderia, il freezer per le scorte e persino quello del bambino con la Coca-Cola e i Polaretti. Questo frigorifero però ha un ulteriore elemento, una barra in ferro e un lucchetto da ferramenta, che lo cingono con crudeltà, disumanizzandolo.
Se molti hanno rilevato (ed è giusto riportarlo) che la principale disfunzionalità dell’oggetto fosse proprio la sua inefficacia, ben rappresentata dal proverbiale ronzio da elettrodomestico contrapposto al suo destino di frigo-sempre-chiuso, è bene far emergere un ulteriore dato. Quel lucchetto richiama le storie di tante persone che, più o meno inutilmente, hanno subito, o si sono imposte, un regime di qualche tipo; una privazione. Riempire questa idea spetta sempre all’osservatore: dalla mamma premurosa di una figlia docilmente sovrappeso, al bulimico sul baratro di una fine, alla bambina reginetta dei concorsi di bellezza a cui il genitore ossessionato dalla fama proibisce il gioco come il cibo.
Liliana Moro ha esposto in importanti mostre collettive quali: Documenta IX Kassel (1992); Aperto XLV Biennale di Venezia (1993); Castello di Rivoli (1994); Quadriennale di Roma (1996/2008); Moderna Museet Stoccolma(1998); PS1 New York (1999); De Appel Amsterdam(1999); Biennal de Valencia (2001); Boundaries-Confini, Museo Man Nuoro(2006); Italics, Palazzo Grassi Venezia (2008); La Magnifica Ossessione Mart Rovereto (2012); MAMbo Bologna (2013); Triennale Milano (2015); e ha tenuto mostre personali: Galleria Emi Fontana Milano Greta Meert Bruxelles; MUHKA Antwerpen (1996); Galerie Michel Rein Paris (1998); Galerie Mehdi Chouraki Berlin (2004); Fondazione Ambrosetti Brescia (2004); Isituto Italiano di Cultura Los Angeles (2007); Fabbrica del Vapore (2008); Fondazione Antonio Ratti Como (2012); Fondazione Zegna All’Aperto opera permanente, Trivero Biella (2015).
Il lavoro di Liliana Moro è stato poi esposto nel Padiglione Italia 2019 a cura di Milovan Farronato «Né altra né questa: la sfida al Labirinto», parte della Biennale Arte 2019 – 58a Esposizione Internazionale d’Arte.
Liliana Moro, Milano, 1961
Gallerie e prezzi:
• Galleria Francesco Pantaleone (Palermo, Milano);
• Galleria De’ Foscherari (Bologna)
• Opere 20mila - 45mila.
CONTINENTE ITALIA
Una mappa dell'arte italiana nel 2021
Liliana Moro
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