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Collezioni e firme italiane sempre protagoniste a Parigi, New York e Vienna

Carla Cerutti

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Provenienti da una collezione privata italiana d’arte contemporanea e design, alcuni dei 200 lotti offerti a Parigi da Piasa il primo giugno hanno ottenuto interessanti risultati, che confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’interesse del mercato internazionale per il nostro design. Un’imponente plafoniera dello studio Bbpr, modello 2045 in metallo laccato e vetro a sei luci del 1962 per Arteluce (in un interno), è stata aggiudicata a 54.600 euro contro una stima di 20-30mila, la stessa di un tavolo basso di Fontana Arte, modello tra i più conosciuti, il n.1774 del 1960 ca in metallo laccato, ottone e vetro convesso, che invece ne ha spuntati ben 41.600, il doppio della minima.

Anche un tavolo «d’artista» come «La Rosa dei Venti» di Mario Ceroli per Poltronova del 1973 ha trovato più contendenti che, dalla stima iniziale di 6-8mila euro, lo hanno portato alla battuta conclusiva di 35.100. Sorte analoga, e benigna, per una coppia di poltrone imbottite di Gio Ponti per Isa degli anni Cinquanta, valutate 6-8mila euro e vendute per 24.700. Spostandoci a New York, troviamo un appuntamento alquanto snob: un’asta interamente dedicata all’arredamento contemporaneo, organizzata da Sotheby’s lo scorso 6 giugno, con pezzi contrassegnati dalla qualità artigianale e purezza del disegno provenienti dalla collezione della galleria Wyeth di Long Island.

Circa 200 tra mobili, luci e oggetti, firmati da maestri come Hans Wegner, Finn Juhl, Poul Kjaerholm, Paavo Tynell, Ejner Larsen e Aksel Bender Madsen, Jens Quistgaard, Carl Auböck, Edward Wormley, George Nakashima, Antonia Campi, Gianfranco Frattini e Gino Sarfatti, sono stati esitati per un totale di 1,47 milioni di euro. Infine a Vienna, Dorotheum ha proposto in due tornate, il 20 giugno, una ricca selezione di arredi internazionali, dai maestri della Secessione viennese alla contemporaneità, con risultati alterni che hanno, comunque, confermato il forte interesse per alcuni nomi ormai «stellari», come Alberto Giacometti, del quale un Lampadaire à l’étoile, in bronzo patinato, del 1935 ca è stato venduto per 149mila euro.

Il secondo e il terzo top lot si devono a Zaha Hadid e al divano «Progetto in Rosso» disegnato nel 1988 per Edra e aggiudicato a 81.250 euro, seguito da Flow, un grande vaso-scultura di 2 metri dalla forma organica, prodotto in resina da Serralunga nel 2007 in serie limitata, battuto a 75mila euro. Grande successo, infine, per Tommaso Barbi e per le sue lampade Ginkgo degli anni Settanta in ottone, antesignane delle strapagate analoghe creazioni di Claude Lalanne: una grande lampada da terra, stimata 8-14mila euro, ne ha spuntati ben 30mila.

Carla Cerutti, 12 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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