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Che cosa hanno comprato Cairo e Valsecchi

All’asta Christie’s di moderno e contemporaneo (incasso 13,3 milioni) ricambio generazionale

Michela Moro

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Il debutto ufficiale del direttore di Christie’s Italia Cristiano De Lorenzo non poteva essere migliore: l’asta annuale, svoltasi il 27 aprile nelle sale di Palazzo Clerici a Milano, ha totalizzato 13.319.624 euro, con il 96% per valore e il 94% per lotto. Il risultato è frutto di un gruppo di lavoro rodato che forse si avvantaggia dell’unicità dell’evento, a differenza delle case d’asta che lavorano su due tornate, primavera e autunno. La sala era gremita, con molte facce fresche rigorosamente in piedi, segnale di un ricambio generazionale anche tra i molti mercanti presenti.

La vendita ha avuto un esordio fulminante: il Boetti bianco «Senza titolo (ordine e disordine)» del 1977, valutato 50-70mila euro, è arrivato velocemente a 292.784, piazzandosi al decimo posto tra i top ten della serata. Guardando la lunga fila di telefoni, sempre atttivissimi, pareva che le aste siano un lavoro da donne (su 23 telefoni solo 3 avevano un uomo a capo del filo) ma non lo è se si compra, e in sala, palette in mano, la prevalenza era nettamente maschile. 

Il richiamo dell’asta dal vivo e il gusto del rilancio stanno cominciando ad avere la meglio sul riserbo italico, e a misurarsi tra telefoni e online si registrano sempre più facce note che non temono di esporsi in pubblico. Tra i presenti ecco quindi Urbano Cairo, accompagnato da Michele Bonuomo direttore della rivista «Arte», che si è rivelato molto attivo, così come il produttore Pietro Valsecchi, il collezionista Ottavio Fabbri che forse vendeva forse comprava, e la signora Umberta Beretta che se n’è andata a mani vuote, lasciando il Fontana bianco «Concetto spaziale, Attese», 1963-64, a un anonimo acquirente per 947.858 euro, al terzo posto della top ten. Valsecchi è stato molto determinato nell’aggiudicarsi «Spazio luce» di Francesco Lo Savio, 1960, per 486.880 euro (quinto nella top ten) mentre Cairo ha aggiunto alla propria collezione Schifano, Tano Festa e due opere di Giosetta Fioroni. 

Vivace anche la presenza di acquirenti online, il migliore dei quali, anglosassone, si è aggiudicato il Boetti del 1988-89 «Alternandosi e dividendosi... nella primavera dell’anno millenovecentoottantanove» per 426.225 euro (ottavo nella top ten), segnale di come gli acquisti online siano ormai per i compratori un’alternativa naturale a sala e telefoni. Detto ciò rimane impagabile osservare i momenti di intensa comunicazione e solitudine a due che solo in sala si verificano, sia pure per pochi minuti, tra battitore e acquirente. 

Leoncillo, Fausto Melotti, Giosetta Fioroni, Piero Gilardi e Gianfranco Pardi hanno battuto il proprio record mondiale. Fontana rimane sempre l’oggetto dei desideri, piazzandosi quatto volte nella top ten, e occupando ovviamente anche il primo posto, con il rosso «Concetto Spaziale. [Attese]» del 1966, battuto da un cliente anonimo al telefono di Bianca Arrivabene per 1.578.670 euro. La soddisfazione della casa d’aste è stata espressa da Renato Pennisi, responsabile della vendita milanese e tonico battitore: «L’asta prova una volta ancora l’ampiezza e la profondità dell’arte italiana del XX secolo. La crescente attenzione per la scultura è stata dimostrata dal record di Melotti e dall’apprezzamento per un artista storico come Leoncillo. Christie’s Milano non è solo il luogo dove trovare artisti classici, ma dove riscoprire e rilanciare nomi italiani su piattaforme internazionali. Abbiamo avuto forti partecipazioni internazionali da Cina, Usa, Medio Oriente e ovviamente Europa».

Michela Moro, 05 giugno 2017 | © Riproduzione riservata

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