Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

«Hanya Yanagihara» (2021) di Chantal Joffe © Galleria Monica De Cardenas

Image

«Hanya Yanagihara» (2021) di Chantal Joffe © Galleria Monica De Cardenas

Chantal Joffe dedica un ciclo pittorico alle scrittrici

In mostra da De Cardenas i ritratti «espressionisti» dell'artista americana ispirati a donne che praticano la scrittura in ogni forma

Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Sono 18 i nuovi lavori di Chantal Joffe presentati dalla galleria De Cardenas fino al 7 maggio. Formano un ciclo dedicato alle donne scrittrici dall’artista, americana di nascita (Vermont, 1969) ma residente a Londra, che ha composto qui una galleria di ritratti, su tela o su tavola, di donne che praticano la scrittura in ogni sua forma. In questa mostra, intitolata semplicemente «Writers» e accompagnata da un testo di Marina Dacci, ci s’imbatte in romanziere di fama, come Sally Rooney o Hanya Yanagihara, e in poetesse come Annie Freud, primogenita di Lucien Freud; in giornaliste come Hettie Judah (firma di «The Guardian», «Vogue», «The New York Times»), in saggiste come Anne Boyer (premio Pulitzer 2020 per la categoria non-fiction) e in altre figure ancora, come Katy Hessel, ora conduttrice della televisione culturale britannica ma attiva dal 2015 con la fortunata pagina Instagram @thegreatwomenartists.

Sono ritratte con le pennellate fluide che contraddistinguono la pratica pittorica di Chantal Joffe (insignita nel 2006 del Royal Academy Wollaston Prize), e con quell’attitudine singolare che le consente di essere in apparenza neutrale, in realtà acuminata nello scavo della personalità della persona ritratta. Donne e bambine sono i soggetti preferiti di Joffe, che ama cimentarsi con le dimensioni grandiose dei ritratti d’apparato del passato, la cui maestosa, deliberata «separatezza» è però negata nei suoi lavori dal calore della sua partecipazione umana: a Milano sono in mostra dipinti di formati diversi, da piccolissimi a imponenti (oltre due metri d’altezza), e tutti, come scrive Marina Dacci nel suo testo, sono espressione «di disvelamento e nascondimento insieme: una sfida per entrare e intrappolare altre identità intraprendendo un viaggio pittorico nel segno dell’enigma».

«Hanya Yanagihara» (2021) di Chantal Joffe © Galleria Monica De Cardenas

Ada Masoero, 05 aprile 2022 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Il letto, la tazza e altri capolavori racchiusi nel nuovo percorso culturale e spirituale dedicato al santo, sepolto all’interno della Basilica insieme con i martiri Gervaso e Protaso

Nel Capitolium il nuovo allestimento, firmato Vezzoli e Grau, della figura bronzea in dialogo con la scultura rinvenuta nella città marchigiana anticipa le celebrazioni dei 200 anni del suo ritrovamento con le Teste d’imperatore, tre delle quali in trasferta all’Archeologico di Firenze

Per il 50mo anniversario dell’iniziativa, sono esposte otto vetture firmate da Alexander Calder, Frank Stella, Roy Lichtenstein, Esther Mahlangu, Sandro Chia, Jenny Holzer, Jeff Koons e Julie Mehretu

L’artista, studiosa e docente universitaria presenta il film «The Island», da cui sono derivati un’installazione video, sculture, strutture e videointerviste 

Chantal Joffe dedica un ciclo pittorico alle scrittrici | Ada Masoero

Chantal Joffe dedica un ciclo pittorico alle scrittrici | Ada Masoero