Il render del nuovo museo di Carmen Thyssen a San Feliu de Guixols nella Costa Brava. © Nieto Sobejano Arquitectos, 2020

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Il render del nuovo museo di Carmen Thyssen a San Feliu de Guixols nella Costa Brava. © Nieto Sobejano Arquitectos, 2020

Carmen Thyssen minaccia il Governo spagnolo

La baronessa intende riprendersi i suoi dipinti se non si raggiunge un accordo sul loro futuro

Roberta Bosco

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«Se non raggiungo un accordo con il Governo, a ottobre mi riprendo i miei dipinti». Con queste parole la baronessa Thyssen, al secolo Carmen Cervera, ha dato un ultimatum allo Stato spagnolo e a José Manuel Rodríguez Uribes, nuovo ministro della Cultura, che dalla sua nomina in gennaio, si è visto in limitatissime occasioni pubbliche e non ha ancora fissato una data per il loro incontro. La vedova del barone Thyssen è stanca di dilazioni e ha accantonato la diplomazia. Dal 1999 ha passato anni a discutere sul futuro delle 429 opere della sua collezione privata con i diversi Governi del Partito Popolare e del Partito Socialista.

Finalmente con l’ex ministro José Guirao, profondo conoscitore del mondo dell’arte, aveva raggiunto un’intesa, ma l’attuale premier Pedro Sánchez l’ha sostituito e la baronessa non vuole ricominciare tutto da zero. Secondo quell’accordo la Thyssen avrebbe diritto a una sorta di canone di 7 milioni di euro all’anno per 15 anni, con la libertà di prestare le opere per mostre temporanee fuori dalla Spagna e di vendere tre dipinti di Monet, Hopper e Degas.

La star della collezione, il «Mata Mua» di Paul Gauguin, avrebbe dovuto rimanere permanentemente a Madrid, ma poi Guirao è stato rimosso e per sbloccare l’impasse la Thyssen si è ripresa l’opera. Gli esperti assicurano che senza il Gauguin, opera chiave dell’Impressionismo, la collezione della baronessa perderebbe molto valore.

«Ho prestato gratuitamente le opere per anni. Mi hanno detto che solo con la mia collezione, non quella di mio marito (acquistata dallo Stato nel 1993, Ndr), ottengono ricavi tra gli 8 e i 9 milioni l’anno. Non ho mai chiesto un centesimo per i libri che pubblicano sui miei quadri. Non mi hanno neanche mai pagato un viaggio per partecipare alle riunioni della Fondazione Thyssen, di cui sono vicepresidente. Sono stufa, mi hanno chiesto altri tre mesi di proroga e ho detto no», ha dichiarato la baronessa che ha 78 anni e vuole assicurare il futuro delle sue gemelle di 14 anni (il figlio maggiore Borja possiede un ingente patrimonio personale).

La trattativa con Madrid non è l’unico fronte aperto di Carmen Thyssen che ha annunciato che il suo nuovo museo di San Feliu de Guixols nella Costa Brava sarà progettato dallo studio Nieto Sobejano, autore di progetti importanti come la Città del Teatro di Parigi, il nuovo Museo Archeologico di Monaco e l’ampliamento del Museo Sorolla di Madrid. Gli architetti hanno vinto il concorso per trasformare il monastero di San Feliu in uno spazio per l’arte e costruire un nuovo edificio nella piazza dell’Abbazia, dove si sarebbe dovuto situare l’antico chiostro, mai edificato.

Secondo la baronessa nemmeno la pandemia potrà fermare i lavori che inizieranno nella seconda metà del 2021 e termineranno circa 18 mesi dopo, per l’inaugurazione del 2023. Il museo accoglierà le circa 150 opere della collezione di pittura catalana dell’800 e del ’900 della baronessa, che negli ultimi anni sono state esposte in mostre temporanee.

Il render del nuovo museo di Carmen Thyssen a San Feliu de Guixols nella Costa Brava. © Nieto Sobejano Arquitectos, 2020

Roberta Bosco, 02 ottobre 2020 | © Riproduzione riservata

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