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È una vera immersione nella bellezza quella offerta dal progetto Brera in Humanitas ai pazienti, agli accompagnatori e ai sanitari dell’Istituto Clinico Humanitas della sede di Rozzano, appena fuori Milano. Grazie all’accordo stretto con la Pinacoteca di Brera, da oggi 23 marzo ben 400 metri quadri di pareti, nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale, saranno abitati dai megaingrandimenti, realizzati con riproduzioni (a 680 milioni di pixel) in scala 1:36, di 23 dettagli di 15 capolavori della Pinacoteca (con didascalie bilingui e Qr code con approfondimenti), ognuno scelto per il messaggio che porta in sé: gesti di cura, sguardi empatici, paesaggi rasserenanti accompagnano da oggi le 11 mila persone che ogni giorno transitano in questi spazi, secondo i principi sempre più condivisi dell’arte come cura e della cura come arte.
A rasserenare pazienti, accompagnatori e operatori, sono brani del «Bacio» di Hayez all’ingresso; dello «Sposalizio della Vergine» di Raffaello nell’area check up; le mani che si sfiorano degli «Amanti veneziani» di Paris Bordon nella sala d’attesa del Fertility Center; il rigoglio della natura della «Fruttivendola» di Vincenzo Campi nella sala d’attesa di Chemioterapia, e poi Piero della Francesca, Bernardo Bellotto, Lorenzo Lotto, Silvestro Lega e tanti altri maestri.
Come spiega il presidente di Humanitas Gianfelice Rocca, si tratta di «un’esperienza innovativa, la cui filosofia è condivisa a livello mondiale da centri di ricerca e cura come Cleveland Clinic. Gli ospedali sono un crocevia di bisogni, nodo vitale di competenze ed esperienze, dove il linguaggio della cura resta umano e s’intreccia con l’innovazione tecnologica: qui l’arte e la bellezza diventano fattore di contatto tra le persone, di benessere e riflessione per pazienti e professionisti».
E James M. Bradburne, direttore di Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense, riafferma il principio a lui caro che «Brera è con voi quando ne avete più bisogno. Una proposta che s’inserisce nel nostro progetto pluriennale “Occorre tutta una città”, che incoraggia la partecipazione di famiglie, bambini, con un’attenzione particolare a persone con bisogni speciali, ribadendo il fondamentale ruolo sociale della cultura».
Il progetto, avviato da Alessandra Quarto (ora direttore del Museo Poldi Pezzoli) nel 2021, quando era vicedirettore della Pinacoteca di Brera, ha avuto il convinto sostegno degli Amici di Brera, il cui presidente Carlo Orsi ci rammenta che «il bello, l’arte, la meditazione sono atti e gesti che spesso si presentano come autentica medicina dell’anima, ci aiutano a stare bene. E Brera è un grande Museo, sempre più nel cuore di tutti noi».

L’accettazione ricoveri dell’Istituto Humanitas a Rozzano, con l’ingrandimento di «Un dopo pranzo», dipinto di Silvestro Lega
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