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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliIl vicesindaco Bulgarini d’Elci dà i numeri del successo: + 62%
Nota come la città del Palladio per i numerosi edifici realizzati dal celebre architetto, patrimonio Unesco e tra i più importanti centri industriali ed economici italiani, Vicenza (www.comune.vicenza.it) ha conosciuto negli ultimi anni una nuova identità culturale sviluppando politiche innovative. Ne parla il 36enne vicesindaco e assessore alla crescita, Jacopo Bulgarini d’Elci.
Come intende rinnovare la proposta culturale cittadina?
Basandomi su due convinzioni. La prima è che Vicenza, come molte città italiane, ha un potenziale inespresso enorme. Nei decenni scorsi non è stata sviluppata una politica culturale e turistica convincente, perché qui è molto forte la componente produttiva. Con la crisi economica si è fatta strada l’idea di uno sviluppo qualitativo del territorio tradotto come innovazione e ricerca in ambito produttivo e come svecchiamento in ambito culturale.
Come si è concretizzato questo cambiamento?
Si sono innescate aperture inedite verso il settore privato e scelte da parte della sfera pubblica (finora inaspettate) che hanno coinvolto luoghi storici dell’arte e della cultura. Nell’ultimo triennio abbiamo visto aumentare consistentemente i flussi turistici: nel 2015 Vicenza è stata la città veneta tra i capoluoghi di provincia con il maggior tasso di crescita di turisti. Abbiamo raddoppiato i ricavi del comparto museale cittadino (più 46%), con un aumento del 30% dei visitatori e il raggiungimento di una percentuale del 62% nella capacità di copertura delle spese tramite le entrate della rete museale, mentre la media nazionale è sotto il 10%.
Un progetto importante è stato il restauro e la riapertura della Basilica Palladiana.
La Basilica Palladiana è stata riaperta nel 2012 dopo anni di restauro. È stato difficile riaprire un monumento in anni di contrazione di risorse, personale e contributi esterni. Abbiamo azzardato una formula di apertura da aprile a novembre sei giorni su sette fino a notte (www.basilicapalladiana.vi.it). Credo che già questo sia rivoluzionario per un monumento pubblico in Italia. Lo scorso anno abbiamo fatto lavorare 26 persone esterne al Comune con un programma di recupero di detenuti; abbiamo dato vita a un bar sulla terrazza che non era mai stata accessibile al pubblico e che domina la Basilica offrendo un incredibile punto di vista sulla città; abbiamo anche aperto gli spazi del monumento a eventi privati e aziendali.
Che riscontro avete avuto dalle aziende?
Hanno eletto la Basilica a proiezione ideale della vocazione d’impresa del territorio e del suo respiro internazionale e hanno iniziato a sentire come proprio il patrimonio culturale della città.
E dal pubblico?
Da quando la Basilica è stata riaperta sono entrate circa 1,2 milioni di persone, va precisato che Vicenza conta 110 mila abitanti e l’altro attrattore cittadino, il Teatro Olimpico, registra 130 mila visitatori all’anno. Lo scorso anno tra biglietti staccati, proventi del bar e affitto degli spazi, la gestione della Basilica Palladiana non è costata nulla al Comune, anzi ha portato risorse: siamo riusciti a guadagnare nell’utilizzo di un monumento pubblico.
Quest’anno riapre un altro luogo importante per la città, Palazzo Chiericati.
Il restauro di Palazzo Chiericati gioca un ruolo essenziale. È un capolavoro palladiano ed è la sede dell’antica Pinacoteca Civica. Due anni fa, dopo un intervento di restauro, abbiamo riaperto l’ala palladiana centrale e in settembre sarà la volta dell’ala novecentesca, poi un terzo e ultimo stralcio riguarderà l’ala ottocentesca. Per questa è già stato stanziato un contributo dal Comune che ammonta a circa il 17% e stiamo completando il quadro dei finanziatori per riaprire interamente entro l’inizio del 2018. Abbiamo già un programma di mostre fino al 2020.
Con quale percorso riapre la Pinacoteca?
Con un percorso sulla pittura italiana dal Duecento al Cinquecento, che con la terza parte dei lavori arriverà fino ai primi anni Duemila, avendo appena ricevuto il lascito Alessandro Ghiotto sugli ultimi sviluppi dell’arte. Oltre al proseguimento del percorso cronologico, nella nuova ala novecentesca vi sarà uno spazio di grande impatto su due livelli volto a rievocare gli interni della perduta chiesa di San Bortolo con le sue sette pale d’altare originali di Bartolomeo Montagna, Cima da Conegliano, Giovanni Buonconsiglio, Giovanni Speranza e Marcello Fogolino.
Tra i grandi attrattori c’è il Teatro Olimpico, ci sono ancora margini di crescita?
È il più antico teatro coperto del mondo, il primo teatro moderno. Progettato da Andrea Palladio conserva la scenografia fissa di Vicenzo Scamozzi. Non è mai stato adeguatamente sfruttato dal punto di vista performativo e teatrale, pur esistendo un ciclo autunnale di spettacoli classici. Tra i nomi su cui stiamo lavorando: il regista cinematografico russo Aleksandr Sokurov, che farà il suo debutto teatrale a Vicenza in autunno, Peter Greenaway e Bob Wilson. E ancora un progetto speciale di Alessandro Baricco e della Scuola Holden.
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