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Mariella Rossi
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Panchina dell'Enogastronomia - Paolo Figar

Panchina della Natura - Damjan Komel

Panchina della Storia - Stefano Comelli

Panchina della Tradizione - Lara Steffe
L’arte contemporanea è al centro di un esemplare progetto di rigenerazione urbana a Gorizia, dove quattro nuove panche permanenti, collocate nello spazio pubblico, non sono soltanto elementi di arredo urbano dal forte impatto estetico, ma diventano luoghi chiave per innescare processi di consapevolezza collettiva.
«Con questa iniziativa volgiamo lo sguardo al futuro, con l’obiettivo di lasciare un segno tangibile nella valorizzazione e nella crescita futura di questa città», afferma Gianluca Madriz, presidente di Confcommercio Gorizia, che da un anno, in qualità di ente capofila, sta portando avanti l’ampio e complesso progetto La Via del BorGO, realizzato nell’ambito del PNRR Bando Borghi, con il fine di riattivare il quartiere di Borgo Castello e la centrale via Rastello.
«Se il nostro territorio vuole essere appetibile, deve avere un’identità suggestiva e capace di attrarre», sottolinea la direttrice di Confcommercio, Monica Paoletich. Proprio per questo l’idea è stata quella di invitare abitanti e visitatori ad attraversare Gorizia… fermandoli. O meglio, incoraggiandoli a soffermarsi su ciò che li circonda: le nuove sedute invitano alla sosta, trasformando una semplice pausa in un momento ricco di senso, grazie a emozioni, stimoli e racconti che intrecciano il passato e il futuro della città.

Damjan Komel, Panchine narranti: panchina della natura. Soča Isonzo, 2025. PH: Manuel Kovsca
Damjan Komel
Gli artisti hanno sviluppato il loro lavoro attorno a quattro temi chiave – natura, storia, tradizioni e sapori – individuando, all’interno di ciascuno, elementi peculiari del territorio che fungessero da ispirazione per le loro creazioni. È così che hanno preso forma le quattro panche, ciascuna arricchita da un intervento scultoreo o installativo ispirato a un tema specifico. Ad accomunarle è la base: un sedile dalla forma rettangolare che funge da elemento strutturale e stilistico condiviso, è realizzato in agglomerato chiaro, un materiale composto che garantisce resistenza e uniformità visiva.
Il percorso ha inizio dalla Porta Leopoldina, storico ingresso a Borgo Castello, dove si trova l’opera dell’artista sloveno Damjan Komel (Šempeter pri Gorici, 1971). Qui il fiume Isonzo è raffigurato come un vortice che si innalza verso l’alto, evocando la forza vitale dell’acqua e il suo potere di proiettare la città verso il futuro. Nel marmo Grigio Carnico, scolpito a mano con punta e bocciarda, l’artista ha ricavato un alveo che accoglie flutti in bronzo patinato nei toni dell’acqua. Il riferimento è a una Gorizia «riviera», così come la immaginava l’austriaco Karl von Czoernig-Czernhausen, che in epoca asburgica la definì la «Nizza austriaca».

Lara Steffe, Panchine narranti: panchina della tradizione, 2025, PH: Studio Sandrinelli
Lara Steffe
All’incrocio tra via delle Monache e la Bottega del Cappello, riaperta da Confcommercio come punto informativo, si trova l’opera di Lara Steffe (Moena, 1969). L’artista rielabora in chiave scultorea l’arte del merletto, storicamente introdotta a Gorizia dalle suore Orsoline, trasformandola in forma plastica e simbolica. La figura femminile scolpita emerge da una struttura rigida in metallo decorata con motivi traforati, a evocare la paziente tessitura del filo e, insieme, l’intreccio invisibile tra mani, memoria e saperi tramandati.

Stefano Cominelli, Panchine narranti: panchina della storia, 2025, PH: Studio Sandrinelli
Stefano Comelli
Stefano Comelli (Trieste, 1968) si confronta con il toponimo stesso di via Rastello, l’arteria centrale di Borgo Castello e simbolo di Gorizia, il cui nome rimanda con ogni probabilità a un antico cancello posto un tempo a difesa della via commerciale. Partendo da questa suggestione, l’artista dà vita a un’operazione concettuale: reinterpreta l’idea di cancello non come barriera, ma come elemento di apertura e relazione. Recupera così una cancellata in ferro battuto decorata da motivi floreali, la dipinge in un delicato colore pastello e la trasforma nello schienale della panca, evocando una soglia che non separa, ma accoglie.

Paolo Figar, Panchine narranti: panchina dell’enogastronomia, 2025, PH: Studio Sandrinelli
Paolo Figar
Un gesto di accoglienza e condivisione ispira la panca ideata da Paolo Figar (Gorizia, 1968), concepita come un abbraccio scolpito nella pietra. L’opera richiama, in chiave contemporanea, le antiche sedute Tête-à-Tête, proponendo due schienali in pietra di Lipica che alludono all’uva del Tocai friulano e al radicchio Rosa di Gorizia, simboli fortemente identitari del territorio. Al centro, una terza forma evoca i tradizionali vasi per la mostarda conservati nei Musei Provinciali, intrecciando sapori, memoria e patrimonio materiale locale.
Tutti e quattro gli artisti fanno parte dell’Associazione Prologo, attiva da oltre vent’anni e definita dal presidente Franco Spanò come «una sorta di corporazione di artisti». Al progetto ha collaborato anche l’associazione Examina, che ha curato la narrazione multilinguaggio a completamento delle Panchine narranti. Ogni seduta è infatti dotata di un QR code che rimanda a pagine web, facilmente fruibili, dedicate a ciascuna opera, con approfondimenti che spaziano tra contenuti testuali, fotografici e video, incluse video interviste agli artisti, racconti animati eseguiti con la tecnica del rotoscopio e immagini d’epoca: molteplici livelli di lettura che offrono un’opportunità unica per penetrare nel tessuto autentico della città. I contenuti sono disponibili anche sul sito del progetto e sul relativo canale Youtube, ma il vero invito resta quello di venire a Gorizia a percorrere «La Via del BorGO».
Per info: Confcommercio di Gorizia, c/o La bottega del cappello, via Rastello 52, La Via del BorGO: Panchine narranti
Video-intervista a Monica Paoletich
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