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Grand Palais Ephémère © Wilmotte & Associés Architectes

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Art Basel al posto di Fiac

Il colosso svizzero creerà per il mercato francese (in forte crescita) un nuovo marchio ad hoc, ma la Fiac valuta il ricorso

Luana De Micco

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Dopo 47 anni, la Fiac perde il Grand Palais. A Parigi arriva Art Basel. Al termine di una procedura di selezione lanciata lo scorso dicembre, la Reunion des musées nationaux-Grand Palais (Rmn-GP) ha affidato l’allestimento della Fiera d’arte contemporanea annuale di Parigi al gruppo svizzero Mch, che organizza Art Basel a Hong Kong e Miami, oltre che a Basilea.

La scelta di Mch al posto di Rx France, filiale dell’anglo-olandese Rx organizzatrice della Fiac, «assicura una dinamica di investimento indispensabile di fronte all’evoluzione del mercato dell’arte, sempre più concorrenziale, e una capacità di innovazione che permetterà di valorizzare le caratteristiche culturali di Parigi e della Francia, in particolare la varietà delle sue gallerie contemporanee e la ricchezza della sua creazione artistica», spiega Rmn-Gp in una nota del 27 gennaio.

Rx France conserva l’organizzazione del salone internazionale di fotografia Paris-Photo. Da bando, Mch e Rx France si sono impegnati su un periodo di sette anni. Il costo stimato è di 10,6 milioni di euro per la fiera d’arte e di 7,5 milioni di euro per quella di fotografia.

Se la Fiac intende sopravvivere dovrà trovare una nuova sede. Chris Dercon, presidente di Rmn-Gp, ha fatto giocare la concorrenza: «Sicuramente la nuova fiera non si chiamerà Art Basel Paris, ha spiegato a “Le Figaro”, prenderemo il tempo di scegliere il nome». Secondo il quotidiano francese l’esclusione dal Grand Palais della Fiac, evento di punta dell’autunno parigino, creata nel 1974, «segna di fatto la morte» della rassegna.

L’ambizione di Rmn-Grand Palais, l’ente pubblico che dal 1895 si occupa della valorizzazione del patrimonio di 34 musei nazionali francesi, non intende fare della nuova fiera un «satellite» di Art Basel, ma una rassegna 100% parigina. Un «marchio» nuovo. La futura fiera, di cui non si conoscono ancora né il nome né il format, disporrà di un team di lavoro basato a Parigi e si terrà dal 20 al 23 ottobre 2022 e nell’ottobre 2023 al Grand Palais Éphémère, il padiglione provvisorio progettato da Jean-Michel Wilmotte sugli Champs-de-Mars, di fronte alla Tour Eiffel, nei successivi cinque tornerà al Grand Palais, la cui riapertura dopo il termine dei lavori di restauro è prevista per le Olimpiadi parigine del 2024.

La notizia ha creato un grande scalpore nel mondo dell’arte parigino, anche se già da novembre, quando Rmn-Gp si preparava a diffondere il bando, girava voce che un grande operatore culturale straniero (di cui non si era fatto il nome, ma era evidente che si trattasse di Art Basel) si stava interessando a Parigi. Per molti osservatori, infatti, la capitale francese starebbe diventando il nuovo «hub» dell’arte in Europa, soprattutto dopo la Brexit.

Da alcuni mesi molti grandi mercanti d’arte francesi e internazionali si stanno installando intorno agli Champs-Elysées, al Faubourg-Saint-Honoré e all’avenue Matignon, nel cosiddetto «triangolo d’oro», dove già si trovano le sedi di Sotheby’s e Christie’s. Le fondazioni private, con la recente apertura della Bourse de Commerce, sede parigina della Pinault Collection, si moltiplicano.

Alcuni rimproverano a Rx France, che ha sofferto per la crisi sanitaria del Covid-19 e annunciato in autunno un piano di ristrutturazione aziendale, di non essere riuscito a sviluppare la Fiac sul piano internazionale, mentre Art Basel, che conta su un azionista potente come James Murdoch, figlio del magnate Rupert Murdoch, che detiene il 49% del capitale della fiera, continua a estendere il suo impero: a gennaio ha anche annunciato di rilevare il 15% della fiera Art SG di Singapore lanciata nel 2023.

Rx France, che teme per le ripercussioni sulle gallerie francesi, in particolare le più piccole, non ha incassato senza reagire: «La procedura avviata dalla Rmn-Gp non segna solo una prima volta, che impatta sull’intero ecosistema dell’arte contemporanea francese, ma mette anche in discussione la programmazione degli eventi al Grand Palais, dichiara Michel Filzi, presidente di Rx France. Se si conferma che le rassegne più consolidate si ritrovano in balia di decisioni tanto brutali e unilaterali quanto imprevedibili da parte degli operatori che gestiscono le sedi che potrebbero ospitarle in Francia, è tutto il nostro settore a essere colpito, avvantaggiando i nostri concorrenti europei».

Filzi, che sottolinea che la proprietà del marchio di Fiac non è in vendita, non esclude di «impugnare in giudizio» la decisione della Rmn-Gp. Da indiscrezioni di stampa, dopo l’annuncio ufficiale della Rmn-Gp, Marc Spiegler, direttore di Art Basel, avrebbe ricevuto messaggi di congratulazioni da parte di una ventina di galleristi francesi.

Grand Palais Ephémère © Wilmotte & Associés Architectes

Luana De Micco, 28 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

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