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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliUn progetto illuminotecnico dell’azienda marchigiana iGuzzini consente un rinnovato approccio all’apparato decorativo dell’Oratorio di San Giorgio (annesso alla Basilica del Santo), fatto erigere nel 1377 come cappella funeraria da Raimondino Lupi di Soragna e affrescato da Altichiero da Zevio nel 1384 con storie di Cristo e dei santi Giorgio, Caterina e Lucia. Il restauro percettivo dell’Oratorio, promosso dalla Veneranda Arca di Sant’Antonio, è sostenuto dalla Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Su un binario che corre lungo la struttura lignea perimetrale un sistema all’avanguardia illumina in maniera radente le pareti ottenendo l’esaltazione della gamma cromatica. Il sistema Quick BLE App consente inoltre di regolare attraverso smartphone e tablet le tipologie d’illuminazione secondo cinque opzioni direzionando i punti luce. Un punto a favore della candidatura Unesco dei cicli pittorici della Città del Santo («Padova Urbs picta»).
«Il risultato straordinario, afferma il presidente capo della Veneranda Arca di Sant’Antonio Emanuele Tessari, ci ha convinti a realizzare il restauro percettivo anche degli altri due cicli della Basilica che partecipano alla candidatura: la Cappella di San Giacomo, con le opere di Altichieri da Zevio, e gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi nella Cappella del Beato Luca Belludi».

Gli affreschi di Altichiero da Zevio nell'oratorio di San Giorgio a Padova

Un particolare della crocifissione degli affreschi di Altichiero da Zevio nell'oratorio di San Giorgio a Padova
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