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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLa Galleria Il Ponte dedica una mostra a Bernard Joubert (Parigi, 1946), in corso sino al 3 giugno (catalogo Gli Ori) a cura di Bernard Marcelis e Alessio Marolda
La rassegna ripercorre momenti fondamentali della produzione dell’artista francese, tutta giocata, pur nella differenza delle pratiche, sul concetto del limite, come evoca il titolo stesso della mostra. La mostra, intitolata appunto «La pittura, al limite», «si concentra proprio su quest’aspetto, spiega Marolda, coinvolgendo quindi il supporto dei dipinti, le superfici, le cornici, il vetro, in quanto limiti fisici, ma anche in senso più concettuale».
Il percorso si apre con le opere degli anni Settanta, dalle pitture su tela libera ai «rubans», esposti per la prima volta da Yvon Lambert nel 1974, cioè nastri di tela (alcuni inediti) dipinti, che delimitano delle superfici geometriche, quadrate, rettangolari, e altro, senza che i loro perimetri risultino completamente chiusi: una pratica che Joubert porta avanti fino all’81, procedendo anche a fotografare quei nastri nelle strade parigine, di Strasburgo o in case private. Proprio alcune di queste fotografie figurano nella zona lounge della galleria, insieme a una raccolta di opere su carta.
Gli spazi al piano inferiore accolgono invece le opere più recenti, dal 2008 al 2015, nelle quali Joubert interviene con la pittura su stampe, come le tavole floreali di un’enciclopedia botanica, o su vecchie riproduzioni fotografiche di dipinti antichi; quegli interventi di pittura a olio sono poi, dal 2013, schiacciati sotto il vetro che viene riapplicato e reinserito, insieme al dipinto, nella cornice originale. In queste «peintures écrasées» la pittura va oltre i propri confini, ma mai si trasforma in qualcosa d’altro, pervasa da un’ambiguità che in fondo si ricollega a quella dei primi lavori dell’artista.
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