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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliNell’antico Oratorio della Confraternita dei Disciplinati di Sant’Agostino, quello inferiore perché ve n’è uno superiore più tardo, si concluderà in luglio il restauro degli affreschi trecenteschi che ha anche portato alla luce brani inediti. «Si tratta di un intervento piuttosto significativo, che ha permesso non solo di consolidare e pulire i lacerti già esistenti, ma anche di riscoprire un intero ciclo pittorico trecentesco, forse attribuibile al cosiddetto Maestro Ironico», dichiara Marzia Sagini.
La storica dell’arte, collaboratrice scientifica della Galleria Nazionale dell’Umbria, segue i lavori per conto del Sodalizio Braccio Fortebraccio (che è il proprietario dell’oratorio e finanzia un’altra parte di restauri). Questi interventi vengono eseguiti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia da Stefania Liberatori della ditta Rinnovarte sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
«Le pareti dell’antico oratorio vennero ridipinte intorno al 1508 quando fu realizzata la decorazione della parete di fondo, affrescata con una Crocifissione la cui attribuzione è fortemente dibattuta», prosegue Sagini riferendosi alla pittura murale di primo Cinquecento di ambito peruginesco. Se nella sua interezza il ciclo medievale è inedito, «i restauri sono riusciti a riportare in luce le figure delle due sante, a far risplendere la policromia delle figure e a far riemergere i frammenti di un’Orazione nell’orto.
Dell’antica decorazione trecentesca rimanevano solamente una Crocifissione, attribuita dallo studioso Pietro Scarpellini al Maestro di Paciano, il volto di una santa non meglio identificabile, un sant’Antonio, una Trinità a tre volti, una santa Caterina e quella che sembra essere un’Incredulità di san Tommaso», puntualizza la studiosa.

Un particolare dell’affresco all’interno dell’Oratorio Sant’Agostino di Perugia. Foto Daniele Donati
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