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Cristina Gnoni Mavarelli (1957-2023)

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Cristina Gnoni Mavarelli (1957-2023)

Addio a Cristina Gnoni Mavarelli

La storica dell’arte, curatrice della Pittura del Seicento a Palazzo Pitti a Firenze, è scomparsa a soli 65 anni

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Laura Lombardi

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Lascia un grande vuoto la prematura scomparsa, avvenuta il 10 novembre, di Cristina Gnoni Mavarelli, non solo tra  familiari e amici stretti, ma tra tutti gli storici dell’arte che l’hanno conosciuta a apprezzata nel suo lavoro, svolto con competenza e nutrito da spiccate doti di intelligenza, gentilezza, eleganza e vivacità, cui si è unito il coraggio con il quale ha affrontato la malattia e la determinazione nel continuare il suo impegno fino all’ultimo: ancora a primavera di quest’anno aveva accompagnato dei dipinti per una mostra a Madrid e a settembre consegnava un ultimo testo.

Da questo punto di vista, arte e vita erano in Cristina strettamente unite e con gioia si consacrava a entrambe pur essendo una «bonne vivante», amante dei viaggi, del mare, della neve e della buona tavola; scherzosa, ironica, ma sempre attenta e generosa.

Perugina di nascita, nel 1957, fiorentina di adozione, laureata a Firenze con Maria Grazia Ciardi Dupré, interessandosi dapprima a libri d’ore francesi e fiamminghi, Cristina Gnoni entra nei ruoli della Soprintendenza Beni Storico Artistici come funzionario storico dell'arte, con un primo incarico a Mantova, poi a Siena, dove è, per le province di Siena e Grosseto, responsabile della tutela e della valorizzazione di alcuni complessi monumentali come quello di Sant'Agostino e gli oratori di Contrada con relativi musei, ma anche di nove comuni della Provincia di Grosseto.

Dal 2000 passa alla Soprintendenza per i Beni Storico-artistici per le province di Firenze, Prato, Pistoia (oggi Belle Arti e Paesaggio per le Province di Firenze, Prato e Pistoia), ricoprendo anche l’incarico di Direttore dell'ufficio Mostre e dell’archivio furti. Tra i maggiori impegni di quegli anni, con Isabella Lapi Ballerini, la direzione del restauro del ciclo di affreschi di Filippo Lippi nel Duomo di Prato, concluso nel 2007. Membro della commissione museale designato dall’Amministrazione Comunale di Prato (2011), segue le varie fasi del progetto del nuovo Museo Civico della città (tra cui i restauri e il catalogo scientifico, curato con Maria Pia Mannini: Il museo di Palazzo Pretorio a Prato, Giunti, Firenze 2015).

Negli anni di chiusura del museo, in collaborazione con il Comune, fa conoscere il patrimonio delle collezioni attraverso una serie di mostre in sedi internazionali tra cui, al Musée de Luxembourg 2009 di Parigi, «Filippo e Filippino Lippi et la Renaissance à Prato» (di cui cura con Maria Pia Mannini il catalogo, Silvana, Cinisello Balsamo 2009); ma anche a Barcellona, CaixaForum 2008, a Tokyo Sompo Japan Museum of Art, Hiroshima, Museum of Art 2005-06.

Proprio a Palazzo Pretorio, membro del Comitato scientifico del museo, cura, con Andrea De Marchi, la mostra e il catalogo «Da Donatello a Lippi: Officina pratese» (Skira, Milano 2013), poi «Legati da una cintola» (Mandragora, Firenze 2017), dedicata al sacro culto della reliquia pratese. Incaricata della verifica d'interesse del patrimonio di vari enti e fondazioni diviene, per nomina ministeriale (2012), membro della commissione per la valutazione patrimoniale del museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino, collaborando al volume La fabbrica delle bellezza (a cura di Tomaso Montanari e Dimitrios Zikos, Mandragora, Firenze 2017).

Al 2015 risale il suo ingresso nel Polo Museale Regionale della Toscana poi Direzione Regionale Musei Toscana per il quale dirige il Cenacolo d'Ognissanti, il Cenacolo di Andrea Del Sarto, la galleria Mozzi-Bardini, la Villa Medicea di Cerreto Guidi e il Museo della Caccia e del Territorio. Dal 2018 assume la direzione della Pinacoteca Nazionale di Siena (è stato infatti da poco presentato il restauro da lei promosso della «Croce del Carmine» di Ambrogio Lorenzetti), per poi tornare a Firenze dove, presso le Gallerie degli Uffizi - Palazzo Pitti, diviene Curatrice della pittura del Seicento.

Tra le sue pubblicazioni, oltre a quelle sopra citate, si ricordano Restauri e recuperi in terra di Maremma (Il Leccio, Monteriggioni 2003); Il museo Bandini di Fiesole (Polistampa, Firenze 2011), Falchi, girifalchi e astori al tempo di Pisanello e Leonardo (Edifir, Firenze 2019). Dal 2013 era membro del Ciha-Comité International de l’Histoire de l’Art, nonché, da quest’anno, Accademica d’onore dell’Accademia delle Arti del Disegno.

I suoi interessi non si sono limitati tuttavia ai secoli verso i quali il suo lavoro l’ha condotta, ma si sono rivolti anche all’ambito dell’arte contemporanea, proprio in virtù dell’inesausta curiosità intellettuale che sempre l’ha contraddistinta.

Cristina Gnoni Mavarelli (1957-2023)

Laura Lombardi, 13 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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