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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDopo tre anni di chiusura per lavori, il 3 luglio riapre al pubblico il Musée de la Chasse et de la Nature. Un luogo sorprendente, nel quartiere del Marais, forse tra i musei meno noti di Parigi, che nel 2018 ha accolto 120mila visitatori. Creato da François Sommer (1904-73), industriale e resistente francese, e dalla moglie Jacqueline, fu inaugurato nel 1967 da André Malraux. Occupa l’Hôtel de Guénégaud, opera del 1652 di François Mansart, e dal 2007 anche l’adiacente Hôtel de Mongelas del 1705 (acquisito dalla Fondation François Sommer nel 2002).
Un luogo che potrebbe sembrare oggi controcorrente, ma che si è ripensato anche alla luce dell’urgenza ambientale attuale: «Il museo è cosciente della gravità della questione ecologica e dell’evoluzione delle mentalità. Questi interrogativi, precisa la direttrice Christine Germain-Donnat, hanno in buona parte guidato le nostre scelte, in continuità con le preoccupazioni originali della Fondation François Sommer, impegnata da tempo nella promozione delle scienze e della natura».
I lavori, affidati allo studio Jouve Sazerat Vignaud e all’Atelier 32 Architectes, hanno permesso di modernizzare gli spazi dell’accoglienza e i depositi, di ricavare nuove sale espositive e ripensare la museografia. I 3.500 oggetti esposti sono stati esaminati e restaurati.
Nel 2022 un nuovo inventario sarà lanciato sulle foto e le opere grafiche della collezione, che comprende pitture e sculture sul tema della caccia, dal Seicento a oggi, opere d’arte recenti (anche commissionate dalla Fondazione ad artisti contemporanei), armi e accessori per la caccia, una collezione di trofei e animali impagliati. È stato creato un cabinet Darwin e due sale sono dedicate al biologo Jakob von Uexküll e all’ecologo Aldo Leopold.

«Chauve-souris», 2018, di Serena Carone. Foto David Giancatarina-Adagp; © Musée de la Chasse et de la Nature, Parigi

La sala del cervo e del lupo. © Musée de la Chasse et de la Nature, Parigi – David Giancatarina
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