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LUNEDÌ 19 MAGGIO 2025
Giorno per giorno | 10 NOTIZIE
- 01 A Brescia restaurati gli affreschi della cappella di San Giovanni Battista in San Salvatore
- 02 World Press Photo sospende l’attribuzione di «Napalm Girl»
- 03 Scoperte a Ninive due raffigurazioni di grandi divinità, le prime che si conoscano
- 04 Abusivismo edilizio sulla Via Appia: una sentenza del Consiglio di Stato
- 05 Una coppia di filantropi svizzeri sostengono la Kunsthaus di Zurigo con 30 milioni di franchi
- 06 All’asta «The Traveller Collection», una collezione di 15mila monete d’oro: sarà dispersa in 3 anni
- 07 A Napoli un nuovo corso di laurea magistrale in Patrimonio Culturale, Storia delle Arti e Museologia
- 08 Al Belvedere di Vienna per festeggiare gli 85 anni di Valie Export
- 09 Su Rai 5 per «Art Night» una storia del ritratto femminile
- 10 Un progetto di JR per la città di Napoli
A Brescia restaurati gli affreschi della cappella di San Giovanni Battista in San Salvatore
Il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei presentano oggi 19 maggio il restauro degli affreschi della cappella di San Giovanni Battista in San Salvatore, basilica longobarda annessa al monastero femminile di San Salvatore, patrimonio Unesco di Brescia e, dal 2011, parte del sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)». Quasi del tutto sconosciuta ai più, la cappella di San Giovanni Battista in San Salvatore a Brescia, sita all’interno del complesso museale di Santa Giulia, risulta essere un unicum nel panorama dell’arte bresciana del Trecento. Forse prima tra le cappelle annesse alla Basilica nel 1375, durante la dominazione viscontea della città, fu voluta da Marcolo Petroni da Bernareggio. La decorazione fu affidata a un pittore oggi noto solo agli studiosi ma di grande qualità e raffinatezza: il cosiddetto Maestro di Lentate, autore, con la sua bottega, dei magnifici affreschi dell’Oratorio di Santo Stefano a Lentate (appunto), in Brianza. Il restauro sulle pitture murali è stato compiuto da Fondazione Brescia Musei ed è stato affidato allo Studio Abeni Guerra, in costante dialogo con la direzione museale e con il settore Collezioni e Ricerca, coordinato da Roberta D’Adda.
World Press Photo sospende l’attribuzione di «Napalm Girl»
Per più di 50 anni, «Il terrore della guerra», scatto che ha immortalato la bambina di nove anni Phan Thi Kim Phuc e altri quattro bambini terrorizzati mentre scappavano da un’enorme nuvola di napalm, è stato attribuito a «Nick» Huynh Cong Ut, un fotoreporter allora ventunenne che lavorava per l’Associated Press (Ap). La fotografia, meglio conosciuta come «Napalm Girl», fu pubblicata sulle copertine dei giornali di tutto il mondo nei giorni successivi all’attacco errato dell’aviazione sudvietnamita. Ut ricevette il Premio Pulitzer per l’immagine e il premio World Press Photo of the Year. La sua paternità è stata messa in discussione all’inizio di quest’anno, in occasione della presentazione in anteprima del documentario «The Stringer» al Sundance Film Festival. Qui si sosteneva che a scattare la foto non fosse stato lui, ma un altro fotografo di origine vietnamita, Nguyen Thanh Nghe. Ut contesta l’affermazione ed è sostenuto da Phuc, che è uno dei pochi testimoni sopravvissuti e che ha sviluppato uno stretto rapporto di lavoro con il fotografo nel corso degli anni come ambasciatore di pace. Ora, World Press Photo ha sospeso l’attribuzione della fotografia in seguito a una «profonda riflessione» e all’avvio di una propria indagine sulla paternità contestata, basandosi sulle scoperte forensi dei registi di «The Stringer» e sulle indagini interne di Ap. L’organizzazione, con sede ad Amsterdam, conclude che la paternità è «incerta, senza alcuna prova conclusiva».
Scoperte a Ninive due raffigurazioni di grandi divinità, le prime che si conoscano
Durante gli scavi nell’antica metropoli di Ninive, un team dell’Università di Heidelberg si è imbattuto in ampie parti di un rilievo monumentale. Mostra il re Assurbanipal (668-627 a.C.), l’ultimo sovrano dell’Impero assiro, accompagnato da due importanti divinità e da altre figure. Il rilievo è stato rinvenuto nella sala del trono del Palazzo del Nord. È stato scolpito su una massiccia lastra di pietra che misura 5,5 metri di lunghezza e tre metri di altezza e pesa circa dodici tonnellate. Il ritrovamento è straordinario per gli scienziati non solo per le sue dimensioni, ma anche per ciò che il rilievo mostra: «Tra le numerose rappresentazioni in rilievo dei palazzi assiri a noi note, non c’è nessuna raffigurazione delle grandi divinità», sottolinea Aaron Schmitt, dell’Istituto di Preistoria e Storia Antica e Archeologia del Vicino Oriente. Schmitt è responsabile degli scavi nel Palazzo del Nord. Il re Assurbanipal è al centro del rilievo ora scoperto. È affiancato da due alte divinità: il dio Assur e la dea della città di Ninive, Ištar. Seguono un genio pesce, che dona la salvezza e la vita agli dèi e al sovrano, e una figura di supporto con le braccia alzate, presumibilmente un uomo scorpione.
Abusivismo edilizio sulla Via Appia: una sentenza del Consiglio di Stato
A Roma dopo oltre dieci anni il Consiglio di Stato ha sentenziato la demolizione di parti di una villa sulla Via Appia, vicina al Mausoleo Cecilia Metella. Devono essere abbattuti veranda, portico, una cisterna antica trasformata in salotto, corridoi sotterranei e soprattutto la grande piscina: tutto abusivo e costruito nel corso del tempo. La villa è di proprietà di Mariastella Giorlandino, manager di una catena di laboratori di analisi. È arrivata quindi alla fine la lunghissima battaglia legale e diventa definitivo il primo provvedimento di demolizione emesso nel 2015 dal Tar. Nel Parco Archeologico dell’Appia la battaglia contro l’abusivismo edilizio prosegue. «Gli abusi che trattiamo sono spesso frutto di eventi lontani nel tempo e si intrecciano con la dolorosa vicenda dei tanti condoni che hanno consentito per decenni la persistenza di opere abusive: sembra impossibile ma ancora oggi stiamo esaminando i condoni della legge del 1985, abusi fatti dai nonni degli attuali proprietari», spiega Simone Quilici, direttore del Parco. Intanto il Campidoglio e il Ministero dei Trasporti hanno blindato, con nuove telecamere e multe, i varchi dell’Appia dove passano mille veicoli al giorno sul millenario selciato.
Una coppia di filantropi svizzeri sostengono la Kunsthaus di Zurigo con 30 milioni di franchi
In un’epoca di crescenti sfide economiche per le istituzioni culturali pubbliche, i coniugi filantropi e mecenati Marianne e Martin Haefner hanno firmato un protocollo d’intesa volto a sostenere in modo permanente il programma espositivo della Kunsthaus di Zurigo. L’obiettivo è finanziare almeno una mostra all’anno di assoluta rilevanza internazionale. In piena sintonia con le strategie a lungo termine del museo, il fondo permanente (endowment) è orientato a una crescita sostenibile, alimentata sia dal ritorno sugli investimenti sia dai contributi di ulteriori mecenati. Si tratta di una forma di finanziamento piuttosto rara in Svizzera, ma che ha dato già ottimi risultati nel caso di grandi musei internazionali come il Louvre. La dotazione iniziale annua, interamente finanziata dai coniugi Haefner, sarà di 30 milioni di franchi svizzeri (oltre 32 milioni di euro). «Questo fondo rafforza l’esclusivo partenariato pubblico-privato che sostiene la Kunsthaus», afferma Philipp Hildebrand, presidente dell’associazione non profit Zürcher Kunstgesellschaft che gestisce la Kunsthaus. «Aprendo la fondazione ad altri sostenitori, speriamo di ampliarne insieme l’impatto».
All’asta «The Traveller Collection», una collezione di 15mila monete d’oro: sarà dispersa in 3 anni
Una straordinaria collezione di monete d’oro nascosta sottoterra per oltre mezzo secolo, 15mila pezzi per un valore stimato di cento milioni di dollari, sarà messa all’asta a Zurigo nei prossimi tre anni, con la prima vendita fissata il 20 maggio, da Numismatica Ars Classica, casa d’aste italiana con sedi a Zurigo e Londra. Alla raccolta è stato dato il nome di «The Traveller Collection», ed è la più preziosa mai apparsa sul mercato. Tra i lotti, una moneta d’oro da 100 ducati di Ferdinando III d’Asburgo, peso 348,5 grammi, un insieme di cinque toman coniati in Persia alla fine del XVIII secolo e uno statere d’oro dell’antica Grecia, databile al 296 a.C. La collezione appartiene agli eredi di un collezionista anonimo che nel 1930, dopo il crollo di Wall Street, aveva investito in monete rarissime e preziose scovate in varie parti del mondo. Durante la Seconda guerra mondiale le monete furono nascoste, per salvarle dai nazisti, dalla famiglia del numismatico trasferitasi in Europa. Arturo Russo, direttore della casa d’aste, ha definito la vendita «una pietra miliare nella storia della numismatica».
A Napoli un nuovo corso di laurea magistrale in Patrimonio Culturale, Storia delle Arti e Museologia
All’Università Federico II di Napoli il prossimo anno si terrà un corso di laurea magistrale in Patrimonio Culturale, Storia delle Arti e Museologia, con forte caratterizzazione internazionale. Si tratta di formare specialisti nel campo del patrimonio culturale, con un piano di studi che ambisce a coniugare metodologie tradizionali e innovative, spaziando cronologicamente dall’arte medievale a quella contemporanea ed estendendosi culturalmente e geograficamente alla storia dell’arte globale. Particolare attenzione è riservata alla museologia, alla storia delle arti applicate, del collezionismo, della fotografia e della critica d’arte, alla conservazione e al restauro. C’è l’impegno per una formazione teorica parallela all’attività pratica nei laboratori d’ateneo e presso gli enti di ricerca e museali con i quali il Dipartimento di Studi Umanistici ha solidi rapporti. «Il corso, recita la presentazione, accoglie inoltre la sfida dell’internazionalizzazione, puntando sull’opzione del Double Degree, un doppio titolo universitario, che grazie ad appositi accordi consentirà di incentivare la mobilità di studenti e docenti sia in entrata che in uscita».
Al Belvedere di Vienna per festeggiare gli 85 anni di Valie Export
In occasione dell’85mo compleanno di Valie Export, il Belvedere 21, insieme al Museo del Cinema Austriaco e a sixpackfilm, organizza il 21 maggio, dalle 18 alle 23, una grande festa per l’artista. Stella Rollig, direttore generale del Belvedere, ha dichiarato: «Valie Export ha plasmato in modo significativo l’arte del XX e XXI secolo con le sue opere crossmediali. Con il suo atteggiamento intransigente, la sua acutezza intellettuale e il suo radicalismo artistico, ha stabilito nuovi standard, non solo nell’arte femminista, ma anche oltre». Valie Export sarà celebrata al Belvedere 21 con contributi provenienti da film, performance, musica e letture. Alcuni colleghi internazionali si dedicheranno al lavoro e alla figura di questa artista: Barbis Ruder, Denise Palmieri e Sophia Süßmilch stanno sviluppando contributi performativi appositamente per questa occasione, che sono in stretto dialogo con le opere centrali di Valie Export. Inna Shevchenko leggerà un testo creato nel contesto del lavoro del suo gruppo di artiste femministe Femen.
Su Rai 5 per «Art Night» una storia del ritratto femminile
Il documentario «Il volto e l’anima. Indagine sul ritratto femminile», scritto da Linda Tugnoli e prodotto da Mark in video in collaborazione con Rai Cultura, andrà in onda il 21 maggio alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per il ciclo «Art Night» con Neri Marcorè. È una storia del ritratto femminile, raccontata anche da esperti e critici d’arte, che dalle Veneri preistoriche senza volto giunge fino al ’900, in cui gli artisti hanno utilizzato il ritratto anche per esplorare tematiche di genere, identità e potere, a volte sfidando le convenzioni sociali e le aspettative riguardanti il «bel sesso». È un viaggio che attraversa numerose tematiche, dall’evoluzione dei canoni di bellezza femminile, al ruolo della donna nella società e nell’immaginario artistico e letterario maschile, alla nascita di un’arte al femminile, a una storia del costume, fino ai problematici ritratti femminili prodotti dall’intelligenza artificiale.
Un progetto di JR per la città di Napoli
Le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo portano a Napoli l’artista francese JR, tra i più importanti rappresentanti della scena artistica contemporanea, con l’opera «Chi sei, Napoli?», ottavo capitolo della serie «Chronicles». Il progetto dell’artista verrà raccontato alla stampa il 21 maggio alle ore 12 alle Gallerie d’Italia in Via Toledo, e alle ore 19 l’opera site specific verrà presentata in via Duomo, di fronte alla facciata della «Cattedrale di San Gennaro», Duomo di Napoli, trasformata in un mosaico di 606 volti locali, incarnando lo spirito comunitario, la resilienza, l’energia e l’anima polimorfa della città.