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Particolare di «Cista Passeggiata archeologica», Manifattura Richard-Ginori (1926-1927) di Gio Ponti (disegno) e Libero Andreotti (modellato). Cortesia Museo Poldi Pezzoli

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Particolare di «Cista Passeggiata archeologica», Manifattura Richard-Ginori (1926-1927) di Gio Ponti (disegno) e Libero Andreotti (modellato). Cortesia Museo Poldi Pezzoli

L’oro bianco delle porcellane Ginori

Al Museo Poldi Pezzoli di Milano 60 opere narrano tre secoli della produzione della manifattura fondata nel 1737

La momentanea «eclissi» del Museo Ginori di Sesto Fiorentino (copyright Tomaso Montanari, presidente di Fondazione Museo Ginori), finalmente in via di restauro dopo tante vicissitudini (cfr. https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/il-museo-ginori-sta-rinascendo-e-presto-torner-tutto-diverso-dinamico-inquieto-progettuale-/143311.html), ha giovato alla realizzazione dell’importante mostra «Oro bianco. Tre secoli di porcellane Ginori», dedicata alla storia della Manifattura di Doccia, dal tempo di Carlo Ginori a Gio Ponti. Presentata a Milano, dal 25 ottobre al 19 febbraio 2024, dal Museo Poldi Pezzoli con il Museo Ginori, la rassegna è curata da Federica Manoli, che si occupa della collezione di ceramiche del museo milanese, e Oliva Rucellai e Rita Balleri, conservatrici del museo fiorentino.

Non che i prestiti vengano tutti dalle raccolte di Doccia (oggi Sesto Fiorentino), perché il Poldi Pezzoli possiede a sua volta più d’un capolavoro uscito da quella manifattura, e molti altri sono stati convocati da importanti collezioni pubbliche e private italiane ed europee, fino a comporre un percorso che, attraverso 60 opere, narra tre secoli della produzione della manifattura fondata nel 1737 dal marchese Carlo Ginori (1702-57) che seppe realizzare il suo sogno di modellare nella porcellana bianca sculture tratte da modelli dell’arte classica o della tradizione fiorentina rinascimentale e tardobarocca: opere magnifiche, qui spesso poste a confronto con i loro modelli.

Dal Museo Ginori giunge in mostra la «Venere de’ Medici», tratta dal marmo degli Uffizi, mentre è del Poldi Pezzoli il «Laocoonte», esposto accanto al bronzetto da cui è tratto. La «Menade danzante» di Ginori è posta in dialogo con l’«Anfitrite» di bronzo dello Studiolo di Francesco de’ Medici, e l’«Atlante che regge il mondo», prestato da Palazzo Madama di Torino, con l’«Ercole che regge il globo» di Ferdinando Tacca, delle collezioni dei principi del Liechtenstein.

Non mancano esempi dei grandi servizi da tavola, che garantivano alla manifattura la gran parte delle entrate: qui c’è quello realizzato intorno al 1872, in stile neoegizio, per il Kedivé d’Egitto, insieme ad alcuni dei vasi monumentali di gusto eclettico realizzati per le grandi Esposizioni dell’800. Nel 1896 la Manifattura Ginori si sarebbe fusa con la Società Ceramica Richard di Milano, dando vita alla nuova Società ceramica Richard Ginori e aggiungendo altri stabilimenti a quello storico di Doccia.

Ma fu con la direzione artistica, tra il 1923 e il 1933, del grande Gio Ponti che la Richard Ginori seppe produrre nuovi capolavori, due dei quali (le magnifiche «Ciste» create con lo scultore Libero Andreotti per Ugo e Fernanda Ojetti) appartengono alle collezioni del Poldi Pezzoli. Creazioni raffinatissime, le sue, in cui Gio Ponti sapeva fondere il gusto del suo tempo e le ispirazioni dall’antico, proprio come nel Settecento aveva voluto il fondatore. L’allestimento si deve allo studio Guicciardini e Magni di Firenze, e l’approfondito libro-catalogo è edito da Skira. La mostra, accompagnata da molte attività collaterali, è stata resa possibile da Fondazione Ico Falck.
 

Particolare di «Cista Passeggiata archeologica», Manifattura Richard-Ginori (1926-1927) di Gio Ponti (disegno) e Libero Andreotti (modellato). Cortesia Museo Poldi Pezzoli

Ada Masoero, 23 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

L’oro bianco delle porcellane Ginori | Ada Masoero

L’oro bianco delle porcellane Ginori | Ada Masoero