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L’opera, oggetto di una mostra al ViVe-Vittoriano e Palazzo Venezia, è ispirata al clipeo, il grande scudo dell’antichità in metallo, rotondo e bombato, utilizzato dai soldati greci e romani
- Gaspare Melchiorri
- 19 dicembre 2025
- 00’minuti di lettura
Lo «Scudo di Garibaldi», opera di Antonio Ximenes
Lo «Scudo di Garibaldi» di Antonio Ximenes, un capo d’opera della scultura dell’Ottocento
L’opera, oggetto di una mostra al ViVe-Vittoriano e Palazzo Venezia, è ispirata al clipeo, il grande scudo dell’antichità in metallo, rotondo e bombato, utilizzato dai soldati greci e romani
- Gaspare Melchiorri
- 19 dicembre 2025
- 00’minuti di lettura
Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliA Roma Il 18 dicembre è stata inaugurata, nella Sala Altoviti del ViVe-Vittoriano e Palazzo Venezia, una mostra, aperta fino al 12 aprile, sul cosiddetto «Scudo di Garibaldi», opera reduce da un importante intervento di restauro.
La scultura, in bronzo cesellato e parzialmente dorato e argentato, fu realizzata da Antonio Ximenes su commissione del popolo siciliano per celebrare Giuseppe Garibaldi e l’eroica impresa dei Mille. L’opera è ispirata al clipeo, il grande scudo dell’antichità in metallo, rotondo e bombato, utilizzato dai soldati greci e romani. Il punto focale della composizione è rappresentato dalla testa dorata e a tutto tondo dell’Eroe dei Due Mondi, circondata da una corona di quercia con incisi i nomi dei luoghi delle sue principali battaglie in Italia, America e Francia.
La fascia centrale ospita otto figure allegoriche, tra cui l’Agricoltura, l’Industria, il Commercio e l’Abbondanza, alternate agli stemmi delle città simbolo della spedizione: Calatafimi, Marsala, Milazzo e Palermo. Altre allegorie, come la Giustizia, la Carità e la Fortezza, compaiono nei medaglioni delle direttrici ortogonali. Il bordo esterno è decorato da putti, stemmi risorgimentali, una corona d’alloro con i nomi dei Mille e i segni zodiacali.
Donato a Garibaldi l’11 maggio 1878, giorno dell’anniversario dello sbarco a Marsala, lo scudo fu poi offerto alla città di Roma e più volte esposto in occasione di celebrazioni ufficiali. Trafugato nei primi anni 2000, è stato recuperato nel 2019 grazie all’intervento del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e restituito al Museo Centrale del Risorgimento.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del ciclo di esposizioni «Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita». Obiettivo del ciclo è la reintegrazione nel percorso museale aperto al pubblico di una serie di opere, a oggi custodite nei depositi, scoperte e rivalutate criticamente grazie al progetto di catalogazione sistematica delle collezioni del ViVe, che ha generato un catalogo online sul sito dell’Istituto stesso.
«Il cosiddetto Scudo di Garibaldi di Antonio Ximenes rappresenta un vero capolavoro di arte celebrativa di fine Ottocento, recuperato al patrimonio dello Stato grazie al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. L’opera, realizzata per commemorare Giuseppe Garibaldi e la spedizione dei Mille, torna alla visione del pubblico in seguito a un accurato e sapiente restauro. L’obiettivo di “Reintegrazioni” è proprio quello di coinvolgere i visitatori in un’esperienza di conoscenza ed approfondimento storico-artistico delle collezioni del ViVe», ha dichiarato Edith Gabrielli, direttrice del ViVe-Vittoriano e Palazzo Venezia.