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Il Cristoforo Colombo dell’arte moderna

Il Centre Pompidou riporta Derain in Francia, accanto a Nalini Malani e Harmony Korine

Luana De Micco

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In ottobre il Centre Pompidou propone tre mostre. La più importante, nelle gallerie del sesto piano, è la prima monografica dedicata all’opera di André Derain in Francia dalla retrospettiva al Musée d’Art moderne de la Ville de Paris del 1994.  Dal 4 ottobre al 29 gennaio, questa nuova mostra si sofferma sui dieci anni più audaci del lavoro del pittore francese (1880-1954), che fu amico di Matisse e de Vlaminck prima, di Braque e Picasso poi, e si confrontò dunque tanto con il Fauvismo quanto con il Cubismo.

«Derain è un inventore, uno scopritore, una mente curiosa che però non sa trarre vantaggio dalle sue stesse invenzioni. Il Cristoforo Colombo dell’arte moderna», scriveva di lui Gertrude Stein alla fine degli anni Trenta. Un ritratto «tra genio e dilettante» che «riassume bene il percorso paradossale dell’artista, attivo nella storia delle avanguardie prima della Grande Guerra, difensore del ritorno alla tradizione in pittura negli anni Venti», sottolinea Cécile Debray, curatrice di «André Derain. Il decennio radicale 1904-1914».

Sono allestite circa 70 opere, con prestiti importanti come «La danse» (1906), che appartiene a una collezione privata, le vedute di Londra e i dipinti realizzati nel 1905 a Collioure. Lo studio di archivi inediti e della corrispondenza ha permesso di proporre una visione nuova dell’opera dell’artista. Si ipotizza, per esempio, che Derain abbia contribuito ad avvicinare Picasso alla fotografia, e si sottolinea anche come, prima di altri, scoprì l’arte primitiva, «traendone insegnamento», attraverso gli oggetti africani e maori visti nel 1906 al British Museum.

La seconda mostra, aperta dal 18 ottobre all’8 gennaio, è una retrospettiva dedicata a Nalini Malani, artista indiana nata a Karachi nel 1946, realizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli (dove sarà allestita dal 27 marzo al 22 luglio 2018). Il percorso non cronologico e tematico ne ripercorre la carriera, dal 1969 ad oggi, attraverso i suoi temi principali (l’utopia, l’India, il ruolo della donna nel mondo e la vulnerabilità della vita umana). Sono esposti i lavori più recenti, come «All We Imagine as Light», i film 16 mm in bianco e nero del 1969-76, alcuni presentati per la prima volta, e «Traces», una performance di disegno murale realizzata per la mostra.

La terza esposizione, dal 6 ottobre al 5 novembre, è dedicata al cineasta americano Harmony Korine, figura di spicco del cinema indipendente statunitense. Korine, 45 anni, che si è fatto conoscere nel 1995 per la sceneggiatura di «Kids» di Larry Clark, è passato dietro la cinepresa nel 1997 con «Gummo». Suoi sono anche «Julien Donkey-Boy», realizzato secondo le regole di Dogma 95, e «Spring Breakers» (2012). Parallelamente alla proiezione di tutti i suoi film, il Centre Pompidou espone, per la prima volta in un grande museo francese, le sue pitture, fotografie, installazioni e i disegni.

Luana De Micco, 03 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

Il Cristoforo Colombo dell’arte moderna | Luana De Micco

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