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Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliUna mostra importante su Luigi Bonazza, nato ad Arco di Trento nel 1877, formatosi a Vienna nel clima della Secessione e scomparso a Trento nel 1965, mancava dal 1986, quando Gabriella Belli gli dedicò una monografica al Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. La stessa istituzione omaggia l’artista con la mostra «Luigi Bonazza tra Secessione e Déco» (fino al 3 maggio 2026), a cura di Alessandra Tiddia e che riunisce, in un allestimento di Ruffo Wolf, 300 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, oggetti e documenti, di cui più di 200 di Bonazza. La mostra, realizzata in collaborazione con diverse istituzioni trentine e viennesi, tra cui il Belvedere, la Klimt Foundation e il Mak-Museum für angewandte Kunst, segna il debutto della nuova direttrice del Mart, Micol Forti, e rappresenta un faro acceso su un artista molto amato, che ebbe grande successo nella sua carriera fin dagli esordi, ma oggi tutto sommato poco noto. L’auspicio della curatrice Alessandra Tiddia è che finalmente alcune importanti opere pubbliche dell’artista, che credeva nella dimensione sociale dell’arte, collocate in chiese e palazzi trentini e che in diversi casi sono in stato di degrado o non accessibili, come la stessa Casa Bonazza (visitabile virtualmente in mostra), ottengano la meritata attenzione.
Il percorso espositivo amplia lo sguardo anche a quegli artisti che gli furono maestri a Vienna, dove Bonazza frequentò la Kunstgewerbeschule, Scuola di arti applicate, ovvero Gustav ma anche Georg Klimt, Franz von Matsch o Ferdinand Hodler, che formano nell’allestimento un cannocchiale visivo, dall’orizzonte alto, verso il capolavoro di Bonazza. Ma in chiusura della mostra l’attenzione è rivolta anche a quegli artisti che a Trento appresero il suo insegnamento, da Luigi Ratini a Giorgio Wenter Marini, Francesco Trentini, Dario Wolf e Stefano Zuech.
Cardine della mostra è la grande tela con la «Leggenda di Orfeo» del 1905: presentata a Milano in occasione dell’Esposizione internazionale del 1906, alla Secessione di Vienna nel 1907 e in seguito a Berlino e a Monaco, l’opera è di proprietà della Sosat, Sezione Operaia della Società Alpinistica Trentina, a cui Bonazza la donò nel 1955, e da qui è giunta in deposito al Mart dove viene normalmente valorizzata tra le opere centrali del suo patrimonio. È il capolavoro con cui Bonazza è identificato, ma la mostra, come spiega Tiddia, ne svela antecedenti pressoché ignoti, con le opere commissionate dalla famiglia Cavagna e delle quali il Mart ne acquisisce due in deposito in quest’occasione. La mostra fa emergere anche aspetti inediti della ricerca e della vita dell’artista scoprendolo strettamente legato al poeta Gabriele D’Annunzio, come la curatrice ha evinto anche dai dettagli di un’altra opera del Mart, «Notte d’estate». Punto di incontro tra D’Annunzio e Bonazza è proprio quella figura di Orfeo che incarna il culto della bellezza e della solitudine dell’ascetico. Si incontra il Bonazza che lavora alle Officine Caproni, con i suoi disegni tecnici di aerei che non rinunciano all’estetica del Simbolismo, e il Bonazza che, educato alla cultura austriaca di cui parla la lingua, della parola e dell’immagine, dedica commossi omaggi agli eroi italiani martiri per la causa nazionale, rimanendo il punto di incontro di due culture, quella viennese e quella trentina.
Oltre alla mostra dedicata allo «Sport. Le sfide del corpo» (fino al 22 marzo 2026) e quella dedicata a Eugene Berman (fino al primo marzo 2026), nella sede principale del Mart a Rovereto si può visitare anche la mostra del giovane artista veneziano Vittorio Marella, classe 1997, a cura di Denis Isaia e Giovanna Zabotti in collazione con Associazione Cultura 360 (fino al 22 marzo 2026). L’installazione pittorica monumentale, concepita per il Mart e intitolata «Sotto il sole», costringe a guardare in realtà in su, rivelando la passione prima dell’autore per l’astrofisica, in concorrenza con quella per la pittura. Una mostra che si pone sulla linea dei lavori presentati nel 2024 al Padiglione Venezia della 60ma Biennale Internazionale d’Arte.
Luigi Bonazza, «Ricevimento di tre cardinali a Palazzo a Prato durante il Concilio di Trento», cartone preparatorio per l’affresco del Palazzo delle Poste di Trento», 1932-33, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali
Luigi Bonazza, «La nascita del giorno», 1921-32, collezione Bruno Pizzinini