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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoli«La Biennale d’Arte Ceramica contemporanea-Premio Faenza rimane, con le sue 63 edizioni e 87 anni di storia, la vetrina dell’eccellenza e della sperimentazione artistica ceramica. Con oltre 1.300 opere presentate, questa edizione ha visto la selezione di 107 artisti provenienti da 41 Paesi del mondo, nelle categorie under e over 35, autori dalle poetiche e forme espressive differenti che fanno emergere la grande vivacità di questo linguaggio scultoreo». Claudia Casali, direttrice del Museo internazionale della ceramica (Mic) e membro, insieme a Hyeyoung Cho (Korea Association of Art & Design), Valentins Petjko (Latvian Ceramic Biennale) e Marco Maria Polloniato (curatore), della giuria dello storico riconoscimento faentino, introduce con questi termini l’attuale edizione che si svolge dal 28 giugno al 30 novembre attraverso una mostra al Mic che raccoglie i lavori presentati, preceduta il 27 giugno dall’annuncio e consegna dei riconoscimenti ai vincitori.
Anche da questo attestato si evince una crescita, negli ultimi anni, della attenzione per la ceramica artistica: «È questo un dato molto interessante, prosegue Casali, che conferma l’impegno che abbiamo profuso nella promozione del medium ceramico. Negli ultimi quindici anni, peraltro, è cambiata la modalità di interpretare, leggere, accogliere la ceramica come linguaggio dell’arte contemporanea. Complici un sistema che l’ha valorizzata (dai musei alle gallerie, dalla Biennale alle fiere, non ultima quella di Bruxelles), una nuova linea curatoriale sostenuta da giovani curatori capaci e attenti che hanno abbattuto barriere mentali e preconcetti, un comparto produttivo che ha aperto le porte della tradizione alle possibilità della sperimentazione, infine un calendario di appuntamenti, bandi ministeriali, concorsi che hanno supportato il mondo della ceramica e le sue contaminazioni. Tutto questo ha portato al risultato che oggi registriamo, devo ammettere con grande soddisfazione».
Il Premio Faenza è un buon sunto di questo percorso: «Negli anni, soprattutto dal 2018 quando fu inserita nel bando la possibilità di presentare solo opere installative o scultoree, conclude la direttrice, è emerso un panorama molto interessante di autori che utilizzano la materia con attenzione, sperimentazione, con forme espressive che raccontano il nostro tempo. Sono stati anche inseriti curatori capaci di far crescere questo progetto a livello internazionale, con scelte peculiari di apertura verso un mondo che precedentemente poneva delle barriere. È innegabile l’attenzione tecnica che la ceramica pretende, ma, anche in questo, soprattutto le nuove generazioni stanno presentando sguardi nuovi e nuove possibilità. Chi verrà a Faenza troverà la contemporaneità del fare, in un vario e ricco percorso tra materialità e sperimentazione, ironia e attualità».
Tra gli artisti selezionati che hanno scelto la ceramica come mezzo principale per esprimere la loro poetica sono una ventina gli italiani presenti: Francesco Ardini, Olivia Barisano, Simone Cassini, Evandro Gabrieli, Anna e Paola Marinuzzi, Mattia Vernocchi e Francesco Bocchini, Simone Negri, Marta Palmieri, Fiorenza Pancino, Giovanni Ruggiero, Laura Scopa, Terenzio Sonda, Martina Cioffi, Ambra Lorito, Sandra Majecka, Silvia Piani ed Edoardo Sessa, al fianco di una maggioranza di stranieri a decretare «l’internazionalità» del premio.