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Una scultura luminosa di Anthony McCall

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Una scultura luminosa di Anthony McCall

Anthony McCall, scultore della luce

Rientra nel progetto «Into the Light» la mostra che la Reggia di Venaria dedica all’artista inglese, che dà vita alle sue installazioni a partire dal rapporto tra la luce e i luoghi che le ospitano

L’artista inglese Anthony McCall (Saint Paul’s Cray, Orpington, Regno Unito, 1946), in un’intervista del 23 ottobre 2023 a Toshiko Mori di «Domus», spiega come dà vita alle sue installazioni basate sul rapporto con la luce in dialogo con i luoghi che le ospitano: nei suoi lavori, infatti, fasci di luce proiettata seguono con lentezza i profili delle forme, generando ambienti tridimensionali scolpiti che si stagliano in una leggera nebbia artificiale. «Quando ho iniziato a lavorare a quella che è diventata la mia prima opera a “luce solida”, “Line Describing a Cone” (1973), dice l’autore, seguivo un pensiero interamente cinematografico: realizzare un film che fosse di per sé una performance. Il lavoro chiedeva al pubblico di iniziare voltando le spalle allo schermo e volgendosi invece verso il proiettore. Come ho detto allora, “la pellicola iniziava sotto forma di una ‘matita di luce’, come un raggio laser, e si sviluppava nell’arco di 30 minuti diventando un cono completamente vuoto...”. […] Lo sguardo cominciava a sembrare scultoreo, in movimento nello spazio tridimensionale. C’era anche un richiamo alla performance, in quanto gli spettatori erano essi stessi oggetto di visione. Negli anni successivi, ho realizzato altre sei opere che esploravano ulteriormente queste idee, tra cui “Conical Solid” (1974), “Cone of Variable Volume” (1974), “Partial Cone” (1974), “Long Film for Four Projectors” (1974), “Four Projected Movements” (1975) e “Long Film for Ambient Light” (1975). Inizialmente ho seguito un processo di prova ed errore, che mi ha guidato verso le dimensioni più efficaci». 

Dal 28 giugno al 31 agosto il celebre «scultore della luce» è protagonista alla Reggia di Venaria (To) con la rassegna «Anthony McCall. Solid Light» (a cura di Gregor Muir e Andrew de Brún), in cui il dialogo con gli ampi ambienti barocchi e le prospettive architettoniche juvarriane coinvolgono direttamente il visitatore e il suo sguardo e la sua stessa presenza, per i lavori che uniscono disegno, opera filmica e scultura. La prima sala della mostra si apre con una citazione del protagonista: «Un pezzo di carta sul muro ha la stessa durata della proiezione di un film. L’unica differenza è nella sua relazione immediata con le nostre percezioni» e assomma una decina di opere «di preparazione» degli anni Settanta e dell’ultimo periodo come «Split Second Mirror I» del 2018, studio a grafite su carta per l’omonima installazione, «Notebook 66» e «Doubling Back» dell’anno precedente, composto da impronte a intervalli di circa 100 secondi posti su 9 stampe con pigmento di archivio polimerizzato ai raggi UV. Di oltre cinquant’anni fa sono invece uno studio del 1973 per la produzione di un’animazione che descrive in dettaglio il concetto di «Line Descripting a Cone», realizzato nello stesso anno, «Four Projected Moviments» del ’75, la riproduzione di disegni su carta con matita cerata stampata nel 2024, e «Line Describing a Cone» (1973) con installazione realizzata presso l’Artists Space di New York il 15 febbraio 1974, immortalata da una foto di Peter Moore. Le proiezioni vere e proprie in mostra sono cinque: «Landscape for Fire» del 1972, «Line Describing a Cone» (1973), «Doubling Back» del 2003 (un anno importante perché l’artista inizia a utilizzare nuovi proiettori digitali e la macchina da fumo Hazer che produce una sottile foschia atossica), «Face to Face IV» (2013) e «Split-Second (Mirror) I» (2018). La mostra è parte dell’ampio cartellone estivo dell’imponente edificio progettato dal messinese Filippo Juvarra (1678-1736) «Italian Royal Experience alla Reggia di Venaria» che prevede anche l’installazione «Frames», sempre fino al 31 agosto (progetto di Davide Ferrario in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino) e altre iniziative legate al progetto «Into the Light»

Una scultura luminosa di Anthony McCall

Stefano Luppi, 27 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

Anthony McCall, scultore della luce | Stefano Luppi

Anthony McCall, scultore della luce | Stefano Luppi