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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliRoma. Il Mibact rende noti i risultati dei musei statali nel corso dell’anno scorso rispetto al 2014 e «usa» questi dati per sottolineare il successo della riforma voluta dal ministro Dario Franceschini (comprende, in estrema sintesi, accorpamenti profondi delle soprintendenze e la creazione di 20 musei autonomi cui presto se ne aggiungeranno un’altra decina).
I dati presentati dal Ministero evidenziano quanto il sistema museale italiano sia l’elemento trainante del settore turistico nazionale, con tassi di crescita, appunto, in aumento.
Nel 2015, i visitatori dei musei italiani sono cresciuti del 6% rispetto all’anno precedente, giungendo ad assommare 43 milioni di individui, mentre gli incassi in totale sono cresciuti del 14%. La regione che ha avuto più visitatori nei propri musei e siti archeologici è stata il Lazio, con 19.750.157 ingressi e 62.838.837 euro di introiti. Il Piemonte è la regione con la crescita migliore rispetto al 2014, con il 10% di visitatori in più e il 61% di incassi in più. Il luogo artistico maggiormente visto è risultato il Colosseo, seguito da Pompei.
A crescere, in ogni caso, non sono solo i grandi musei, ma anche i siti che non si trovano lungo i tradizionali percorsi turistici: qui l’aumento è del 2% dei visitatori e del 15% degli incassi. Un esempio è rappresentato dal Palazzo Ducale di Sassuolo (ingressi +70%, incassi +108%), dal Museo Nazionale della Siritide a Policoro (ingressi +32%, incassi +92%) o dal Museo Archeologico Nazionale e Villa di Tiberio a Sperlonga (ingressi 24,5%, incassi +33%). Allargando l’analisi includendo i primi tre mesi del 2016 gli aumenti sono più sensibili: la top30 dei musei vede gli ingressi aumentare del 29% e gli incassi del 39%.
Nel numero in edicola di «Il Giornale dell'Arte» sono pubblicate le classifiche mondiali delle mostre e dei musei più visitati nel 2015.

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