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Un mausoleo in pietre dure

Elena Franzoia

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Sbalordisce, dall’alto dei ponteggi, la sontuosità figurativa del manto marmoreo che riveste la superficie interna della Cappella dei principi, la cui caratteristica cupola, seconda per grandezza solo a quella brunelleschiana del Duomo, costituisce l’imponente landmark urbano del Complesso Mediceo Laurenziano. I ponteggi sono stati eretti alla fine del 1999 allo scopo di salvare e assestare il magnifico rivestimento lapideo della Cappella, per la cui realizzazione (iniziata nel 1605 e terminata negli anni Sessanta del Novecento) vide la nascita il celebre Opificio delle Pietre Dure.

Nel novembre di quell’anno infatti la chiave di volta marmorea dell’arco della cappella meridionale cadde al suolo, rivelando un compromesso stato di conservazione degli apparati litici divenuto occasione di approfondito studio delle tecnologie costruttive sei-settecentesche, ma anche di innovative soluzioni di salvaguardia e tutela.

Le quasi ultimate operazioni di restauro sono state condotte dalla Soprintendenza per i Beni architettonici, ambientali, storici, artistici ed etnoantropologici di Firenze, Pistoia e Prato sotto la direzione dell’attuale soprintendente Alessandra Marino fino al 2002 e in seguito di Vincenzo Vaccaro. Per il completamento di questo cantiere pilota, finora finanziato unicamente da discontinui fondi ministeriali per un ammontare di 2.727.600 euro, si attende un’ulteriore tranche di 750mila euro, cui contribuiranno le procedure di ArtBonus previste dalla legge n. 106/14. 

Porfidi e graniti, pregiati marmi policromi oltre a preziosi dettagli in madreperla, lapislazzuli e corallo sono all’origine dello sfolgorante impatto monumentale del mausoleo dei Medici, il cui restauro ha rivelato inaspettati segreti realizzativi. Vaccaro ha evidenziato come durante il Seicento si assista a un generale impoverimento delle abilità esecutive, tanto che ad esempio le facce di appoggio delle chiavi di volta degli archi non venivano più tagliate oblique, ma parallele, generando nel lungo periodo scivolamenti e dissesti.

Diversamente da quanto si pensava, la struttura dell’ottagonale Cappella è inoltre costituita da un sistema di murature portanti collegate tra loro da archi di scarico, alle quali sono ancorati pannelli in pietra serena di notevole spessore che sorreggono i paramenti marmorei tramite grappe e collanti, usurati dal tempo.

Lo smontaggio dei marmi delle vele (pesanti un quintale l’uno) ha dimostrato il pessimo stato di conservazione della pietra serena retrostante, ora sostituita da un innovativo traliccio metallico di supporto piegato ad arco, inserito nell’intercapedine creatasi tra muratura portante e rivestimento. Dopo le necessarie operazioni di pulitura e restauro, rese possibili anche da un complesso sistema di centine provvisorie esterne, grazie al traliccio i singoli marmi sono stati ricollocati nella posizione originaria e fissati alle murature tramite staffe regolabili in acciaio.

Elena Franzoia, 03 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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